Una giornata “per la pace e l’armonia” in Orissa a un anno esatto dall’assassinio
dello Swami Lakhmananda Saraswati, che ha scatenato le persecuzioni contro i cristiani.
È l’iniziativa lanciata da mons. Rapahel Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar,
da Swarupananda Patra, presidente del Forum per le minoranze in Orissa e da Bibhudata
Das, portavoce di Utkal Christian Council, in programma il 23 agosto 2009. In un comunicato
congiunto ripreso dall'agenzia AsiaNews, i firmatari spiegano che “la pace e l’armonia
sono state spezzate dall’orribile omicidio” dello Swami e dei suoi discepoli, in seguito
al quale sono esplose “violenze contro uomini, donne e bambini a Kandhamal e in tutta
l’Orissa”. “I criminali – affermano – hanno macchiato l’immagine dell’Orissa e dell’India
agli occhi della comunità internazionale”. I cristiani indiani “aspettano con pazienza
che i veri colpevoli siano puniti in base alla legge”, ma è altrettanto importante
che “simili eventi non abbiano a ripetersi”. “Per questo – proseguono – è necessario
indire il 23 agosto 2009 come giorno di ‘Pace e Armonia’, perché i piani diabolici
dei ‘criminali’ di dividere la società su basi religiose siano fermati”. Per sradicare
“questa campagna di odio e violenza” dalla “pacifica Orissa”, la comunità cristiana
e i rappresentanti delle minoranze propongono un piano in sette punti: indire il 23
agosto 2009 quale giornata di “Pace e Armonia” e ricordare l’assassinio dello Swami,
dei discepoli e di moltissime persone innocenti; richiamare la società civile al valore
“dell’unità”, per combattere i piani dei “criminali” che promuovono “discordia e divisioni”;
invitare il governo dello Stato dell’Orissa e il governo centrale a “indire il giorno
quale festa per la pace e l’armonia”; estendere tale richiesta “anche alle Nazioni
Unite”, perché venga osservato in tutto il mondo; invitare la comunità internazionale
a partecipare alle celebrazioni come “segno di solidarietà e in memoria delle vittime
a Kandhamal”; invitare governo statale e centrale a garantire la “necessaria sicurezza”
alle minoranze religiose; estendere la protezione e la sicurezza “anche agli Swami,
ai loro discepoli e agli Ashram”, perché le violenze contro i leader indù sono utilizzare
come pretesto dai “Criminali” per colpire le minoranze religiose. (R.P.)