2009-07-24 15:39:41

Orissa: il 23 agosto Giornata di "Pace e Armonia"


Una giornata “per la pace e l’armonia” in Orissa a un anno esatto dall’assassinio dello Swami Lakhmananda Saraswati, che ha scatenato le persecuzioni contro i cristiani. È l’iniziativa lanciata da mons. Rapahel Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, da Swarupananda Patra, presidente del Forum per le minoranze in Orissa e da Bibhudata Das, portavoce di Utkal Christian Council, in programma il 23 agosto 2009. In un comunicato congiunto ripreso dall'agenzia AsiaNews, i firmatari spiegano che “la pace e l’armonia sono state spezzate dall’orribile omicidio” dello Swami e dei suoi discepoli, in seguito al quale sono esplose “violenze contro uomini, donne e bambini a Kandhamal e in tutta l’Orissa”. “I criminali – affermano – hanno macchiato l’immagine dell’Orissa e dell’India agli occhi della comunità internazionale”. I cristiani indiani “aspettano con pazienza che i veri colpevoli siano puniti in base alla legge”, ma è altrettanto importante che “simili eventi non abbiano a ripetersi”. “Per questo – proseguono – è necessario indire il 23 agosto 2009 come giorno di ‘Pace e Armonia’, perché i piani diabolici dei ‘criminali’ di dividere la società su basi religiose siano fermati”. Per sradicare “questa campagna di odio e violenza” dalla “pacifica Orissa”, la comunità cristiana e i rappresentanti delle minoranze propongono un piano in sette punti: indire il 23 agosto 2009 quale giornata di “Pace e Armonia” e ricordare l’assassinio dello Swami, dei discepoli e di moltissime persone innocenti; richiamare la società civile al valore “dell’unità”, per combattere i piani dei “criminali” che promuovono “discordia e divisioni”; invitare il governo dello Stato dell’Orissa e il governo centrale a “indire il giorno quale festa per la pace e l’armonia”; estendere tale richiesta “anche alle Nazioni Unite”, perché venga osservato in tutto il mondo; invitare la comunità internazionale a partecipare alle celebrazioni come “segno di solidarietà e in memoria delle vittime a Kandhamal”; invitare governo statale e centrale a garantire la “necessaria sicurezza” alle minoranze religiose; estendere la protezione e la sicurezza “anche agli Swami, ai loro discepoli e agli Ashram”, perché le violenze contro i leader indù sono utilizzare come pretesto dai “Criminali” per colpire le minoranze religiose. (R.P.)







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