In Iraq i cristiani rischiano ogni giorno la vita. E per paura di attacchi e ritorsioni
finiscono per scappare. Dopo gli attentati a Baghdad e Mosul, che avevano nel mirino
la minoranza cristiana, il governo iracheno ha messo a punto una sorta di “pacchetto
sicurezza” degno di una guerra, con trincee comprese. “Al ministro dell’Interno è
stato chiesto di supervisionare e seguire la protezione delle chiese e di altri luoghi
di culto cristiani a Baghdad e in altre province”, ha spiegato in un comunicato il
sottosegretario agli interni, il generale Ahmed Abu-Righeef, citato dall’agenzia stampa
Irin del Coordinamento dell’Onu per gli affari umanitari. Nella provincia di Ninive,
più volte colpita dagli attentati, il responsabile del comitato provinciale di sicurezza
e di difesa, Abdul-Raheem al Shimari, ha annunciato che attorno alle città di Talikaif
e Hamdaniya saranno scavati fossati larghi mezzo metro per impedire alle autobomba
di entrare in città per saltare in aria. All’ingresso delle città i cancelli filtreranno
gli ingressi. Le misure di sicurezza potrebbero essere allargate anche ai villaggi
cristiani più sperduti della Piana e sarà istituita una forza speciale per proteggere
le chiese durante le vacanze estive. Nel frattempo sarà rafforzata l’intelligence
nel tentativo di prevenire gli attacchi terroristici. Non è la prima volta che si
pensa alle trincee come all’ultima risorsa per proteggere gli abitanti dagli attentatori:
nel 2006 fu pianificato lo scavo di fossati per proteggere Baghdad, ma poi gli sforzi
furono concentrati sulla controffensiva militare. L’arcivescovo di Baghdad, mons.
Jean Benjamin Sleiman, ha denunciato che in Iraq sono rimasti soltanto circa 800.000
cristiani. Si stima che dal 2003 almeno la metà della popolazione cristiana irachena
abbia abbandonato il Paese. (V.F.)