Russia: reintrodotta dopo 92 anni l'ora di religione. Intervista con mons. Pezzi
Nelle scuole della Federazione Russa è stata reintrodotta come materia di studio l’ora
di religione dopo 92 anni di esilio didattico, 70 dei quali sotto il comunismo. Lo
studio della materia sarà inizialmente previsto in 18 regioni e 12 mila istituti e
avverrà su base volontaria. Gli alunni potranno scegliere in alternativa l’insegnamento
di “etica della cultura laica”. Su questa decisione del governo russo di reintrodurre
l’insegnamento della religione Amedeo Lomonaco ha intervistato l’arcivescovo
della “Madre di Dio” a Mosca, mons. Paolo Pezzi:
R. – Il primo
commento è innanzitutto di un’accoglienza positiva di questa nuova legge. Una legge
che tiene conto del fatto che dove ci siano determinate maggioranze religiose – quindi
non necessariamente quella ortodossa – ci sia la possibilità dell’insegnamento di
queste altre religioni. Questo riguarda, soprattutto in alcune regioni, l’insegnamento
della religione islamica e del buddismo.
D. – E per
quanto riguarda la religione cattolica?
R. – Di fatto,
in quanto minoranza, non rientriamo in un piano di insegnamento ufficiale della religione
cattolica. Se in alcune scuole la presenza di alunni cattolici fosse tale da giustificare
la formazione di un gruppo, stiamo valutando di chiedere, eventualmente, questa possibilità.
D.
– Quali sono le condizioni che hanno portato a questa decisione? C’è un’emergenza
educativa, una volontà da parte del governo di rispondere a delle lacune sotto il
profilo della formazione?
R. – Penso che questa sia
la ragione principale, cioè l’accorgersi della necessità di tornare ad educare i giovani,
tornare a dar loro una proposta convincente per la vita.
D.
– Nella terra dove hanno attecchito per decenni le teorie di Marx, si riconosce che
la religione non è l’oppio dei popoli...
R. – Questo,
ormai, è acquisito da tempo. Non è più una posizione ideologica diffusa. Oggi c’è
un anelito, un desiderio di cercare, anche nella religione, un senso alla vita, a
mio parere molto forte. In questa direzione mi auguro che possa andare anche la reintroduzione
dell’insegnamento religioso.
D. – Questo può essere,
quindi, un primo passo importante anche per tutta la comunità cattolica russa?
R.
– Lo ritengo comunque un fatto importante. Anche se noi non ne siamo coinvolti direttamente,
ci sono due livelli da sottolineare: uno è quello di dare il nostro contributo con
quella che è la nostra esperienza nell’ambito dell’insegnamento della religione cattolica
in altri Paesi per poter arrivare ad avere degli istituti, delle scuole che siano
autenticamente cristiane, aperte alla formazione integrale dell’uomo. Oggi non c’è
una posizione generalmente pregiudiziale nei confronti della Chiesa cattolica e può
essere questo un momento adatto per portare avanti questo discorso.