2009-07-23 14:20:23

Mons. Menegazzo: dubbi sugli accordi per il Sudan


Un importante passo avanti verso la pace in Sudan. Così è stato salutato a livello internazionale l’accordo intervenuto tra i rappresentanti del Sud Sudan e il governo centrale di Khartoum sulla regione petrolifera contesa dell’Abyei. Dopo vent’anni di conflitto e quattro anni di ‘pace armata’, dopo gli accordi del 2005, le due anime del Sudan hanno cancellato l’ultimo grande contenzioso che solo un anno fa aveva provocato un rigurgito delle violenze. Adesso bisognerà attendere l’esito degli importanti appuntamenti elettorali nel 2010 con le elezioni legislative e nel 2011 con il referendum sull’indipendenza del Sud per considerare concluso il lungo processo di pace. Resta tuttavia ancora aperto il drammatico conflitto nel Darfur. Stefano Leszczynski ha intervistato mons. Antonio Menegazzo, amministratore apostolico nella diocesi sudanese di El Obeid.RealAudioMP3

R. – Senz’altro è stato un passo in avanti anche perchè le due parti hanno accettato la sentenza dell’Aja, però ci sono alcuni punti ancora, secondo me, un po’ oscuri. Prima di tutto penso che non tutti saranno soddisfatti della decisione del Tribunale perché gran parte della zona che apparteneva ad Abyei è passata al Nord, soprattutto la parte nord e anche la parte est dove c’è molto petrolio. Questo potrà facilmente creare dei malumori in seguito. La sentenza del Tribunale dell’Aja, però, è stata provvidenziale perché penso che abbia messo il cuore in pace a tanta gente che la aspettava con molta ansia e anche con paura.

 
D. – Ci sono tanti importanti appuntamenti nei prossimi anni per il Sudan in generale. Si riuscirà ad avere una serena consultazione popolare per risolvere le ultime questioni?

 
R. - Riguardo alle elezioni politiche che dovevano essere quest’anno in giugno e che poi sono state trasferite in aprile del 2010, questo rimandare mi dà un po’ di dubbio e di paura. Veramente sono sinceri, avverranno queste elezioni politiche o no? Questo mi fa un po’ pensare perché il rimandare continuamente la data delle elezioni mi fa un po’ dubitare sulla sincerità delle parti. Per quello che riguarda il referendum del 2011, che riguarda appunto la separazione del sud dal nord oppure l’unione, io penso che verranno ad una soluzione abbastanza pacifica. Naturalmente, il Nord cercherà di spingere per la scelta dell’unità del Paese e non per la separazione.

 
D. – Eccellenza, gli accordi di pace sono sempre stati considerati abbastanza fragili. Come è la situazione negli ultimi tempi?

 
R. – Possiamo dire che non ci sono stati scontri tra Nord e Sud. Qualche scaramuccia c’è stata soprattutto nella zona di Malakal. Nel Sud adesso ci sono piuttosto lotte tribali, non tanto il Sud contro il Nord. Però, un punto di domanda sul trattato di pace tra il Nord e il Sud è la questione del Darfur, perché naturalmente per avere una pace globale in tutto il Sudan ci vuole un'intesa per la questione del Darfur.







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