Lettera pastorale dei vescovi venezuelani per i 50 anni dei “Cursillos de Cristiandad”
“L’ora che vive la nostra nazione è l’ora dei coraggiosi, di coloro che sono disposti
a dare ragione della loro speranza e della loro fede, nella consapevolezza che queste
sono basate sull’esigenza dell’amore a Dio e ai fratelli”. Lo scrivono i vescovi del
Venezuela in “Una pioggia di grazie di 50 anni”, la Lettera pastorale in occasione
del mezzo secolo dal primo “Cursillo de Cristiandad” nel Paese, che si celebrerà il
20 agosto. Ricordando la fondazione del movimento in Spagna, i vescovi spiegano che
“il Movimento dei Cursillos nacque con un carisma profondamente impegnato verso il
mondo, perché lanciava coloro che lo realizzavano, dopo che questi avessero sperimentato
una profonda conversione, ad essere ognuno fermento del Vangelo nei loro ambienti,
incominciando dal più naturale, quello della propria famiglia”. In tal modo “i cursillos
devono sentirsi davvero impegnati con la loro realtà. Devono fuggire dal conformismo,
dalla paralisi sociale e dallo spiritualismo. E devono sentirsi strumenti della Grazia
di Dio per estendere il suo Regno nella nostra patria”. Nel testo della lettera, ripreso
dall’agenzia Fides, i presuli ricordano i Cursillos sono serviti al Paese “per rendere
i laici venezuelani, uomini e donne, più attivi nella costruzione del Regno di Dio
nella nostra società, convertendosi, così, in apostoli di Gesù Cristo nella realtà
quotidiana”. Dal contatto con il movimento i laici iniziarono “a comprendere che il
loro impegno di fede non poteva essere paralizzante di fronte ad una realtà che esigeva
loro sempre di più un’azione apostolica integrata con ciò che quotidianamente ciascuno
viveva, allontanando così uno spiritualismo sterile e pericoloso”. I vescovi descrivono
il carisma dei Cursillos (che "dopo sessanta anni dalla nascita nel mondo e cinquanta
in Venezuela, ha piena validità”) secondo i loro due obiettivi principali: la conversione
della persona e il fermento evangelico degli ambienti. Oggi c’è ancor più bisogno
di vivere la propria fede con responsabilità e arditezza, scrivono, “di coloro che
hanno già frequentato un Cursillo di Cristianità; che vivono il loro contatto frequente
e familiare con Dio attraverso la preghiera; che hanno compreso che la fede deve essere
illustrata con i criteri solidi dati dalla stessa Parola di Dio e dal Magistero della
Chiesa; che si riconoscono apostoli del Vangelo dell’amore in ognuno dei loro ambienti”.
In questo modo il Venezuela potrà vivere “effettivamente la ri-cristianizzazione di
cui ha tanto bisogno e si ripristinerà il vissuto dei valori e dei principi umani
e cristiani che sono andati sfumando”. Per questo i Cursillos devono continuare nella
loro missione di formare leader cristiani. Inoltre, secondo i vescovi, “il Movimento
dei Cursillos è chiamato nelle attuali circostanze a realizzare coraggiosamente un’apertura
pastorale alle situazioni concrete che si vivono nel Paese”, soprattutto a quella
della famiglia. (V.F.)