2009-07-23 14:45:25

Convegno a Roma sulla Caritas in veritate con il ministro Tremonti e mons. Fisichella


Coniugare teologia e globalizzazione, ripensare lo sviluppo mettendo al centro la persona, conciliare nel concreto del vivere sociale le ragioni del profitto e la logica del dono. Sono queste alcune delle sfide che l’Enciclica di Benedetto XVI, “Caritas in veritate” lancia alla cultura del nostro tempo, per affrontare la crisi del presente e gettare le basi del futuro. Su questi temi si sono confrontati ieri, presso l’Auditorium San Pio X a Roma, mons. Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e rettore della Pontificia Università Lateranense, e il ministro dell’Economia e delle Finanza Giulio Tremonti. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

 
Un documento coraggioso, attento e complesso, fatto di progettualità e dal profondo valore propositivo. Così mons. Rino Fisichella, ha commentato le parole di Benedetto XVI affidate alle pagine dell'Enciclica ''Caritas in veritate'', che lungi dall’imporre una serie di divieti propongono invece una rilettura positiva e audace dell’economia e dello sviluppo, cercando di coniugare logica del dono e ragioni del profitto, come sottolinea lo stesso mons. Fisichella:

 
“Penso che l’Enciclica dica molti sì: dice sì ad un mercato che abbia delle regole, ad un’imprenditoria che sia capace di essere progettuale anche nei confronti della società, ad investimenti internazionali purché essi non siano un puro atto formale ma siano invece la capacità di poter, ancora una volta, rivedere la dimensione non solo economica ma anche umana che sta alla base di tutto. E’ insomma un’enciclica che invita a guardare avanti e a non fermarsi davanti agli ostacoli”.

Alla luce dell'attuale crisi finanziaria ma anche antropologica spiega mons. Fisichella si fa sempre più urgente il bisogno di ripensare le regole economiche, ripristinando la centralità dell’essere umano e la sua inalienabile dignità, ma anche sollecitando la piena collaborazione della famiglia umana per concorrere al progresso comune. Per questo ciascuno di noi è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità. Ancora mons. Fisichella:

 
“L’economia non è soltanto un atto tecnico, essa coinvolge direttamente la vita delle singole persone e delle società. Ognuno di noi è certamente protagonista; il problema è se siamo capaci, da protagonisti, di lavorare anche insieme e quindi di cercare di fare un polifonia e non un canto da solista”.

 
"L'Enciclica, afferma quindi il ministro dell’economia Giulio Tremonti, è il primo grande documento di analisi e riflessione sul nuovo mondo. Una guida per la politica che ci insegna che l'interesse non e' solo quello del tasso di sconto ma anche quello generale della comunità, che non basta l'illusione dell'autosufficienza, ma e' necessario l'impegno nella coscienza per il bene comune nella società umana". Sentiamo lo stesso Tremonti:

“In un mondo che si configura come una nuova 'tabula mundi' da scrivere, credo che un criterio e una traccia fondamentale sia questo. E’ il documento più importante, più straordinario che sta sulla tavola della politica ed è una fase in cui la politica è tutta in 'experimentum' e credo che nell’esperimento, alla ricerca di un sistema di governo del mondo, un documento di questo tipo sia fondamentale”.

 
Per concepire un nuovo sviluppo, una nuova economia, la carità nella verità – afferma mons. Fisichella - è fondamentale. Così come l’etica, perché l’agire sociale non cada in balia di interessi privati e di logiche del potere, con effetti disgregatori sulla società. L’etica della vita coniugata all’etica sociale evita il sopruso del più forte sul più debole: solo attraverso di essa si possono fronteggiare problemi come l'immigrazione, la disoccupazione, o gli investimenti internazionali, in modo che l'immigrato non sia trattato come merce e che il lavoratore sia tutelato da politiche che garantiscano la sicurezza e il giusto salario.







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