Convegno a Roma sull'Enciclica Caritas in veritate
"Oltre l'ideologia della crisi. Lo sviluppo, l'etica e il mercato nell'Enciclica Caritas
in veritate" è stato il tema del Convegno promosso ieri a Roma dalla Fondazione Magna
Charta. Tutti i partecipanti si sono detti d’accordo sul fatto che questa Enciclica
è un importante contributo per uscire dalla crisi. Il servizio di Alessandro Guarasci.
Un
documento utile per credenti e non. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi
guarda con interesse all’Enciclica del Pontefice:
“Ritrovando
ovviamente la centralità della persona e quindi di uno sviluppo misurato sulla persona,
con una fiducia nelle possibilità del mercato ove questo sia vissuto con libertà responsabile
da un pluralità di attori. La Chiesa evidenzia una sorta di egemonia culturale rispetto
alle esauste culture politiche ed economiche del Novecento”
Per
mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e già segretario
del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, il mercato non è la sopraffazione del forte
sul debole:
“Se una società tende al bene comune,
allora credo che sia possibile che questa società sia una società giusta e solidale
e nello stesso tempo deve tendere a realizzare la giustizia. Questo non deve però
avvenire alla fine dei processi di carattere economico, ma la giustizia – come dice
il Santo Padre nei capitoli successivi dell’Enciclica – è proprio all’inizio e all’interno
dei processi economici”.
Secondo il direttore generale
di Confindustria Giampaolo Galli, l’Enciclica è un antidoto alle tentazioni
contro il libero mercato. D’accordo il sindacato. Il segretario generale della Cisl,
Raffaele Bonanni, dice che di fronte al disastro di un mercato
autoreferenziale solo la cooperazione può rigenerare una nuova economia:
“E’
con il dono verso l’altro che si costruisce l’economia. Se questa invece ubbidisce
esclusivamente a criteri economicistici sbanda e implode. Il dono di ciascuno – che
può avvenire attraverso la professionalità, l’intraprendenza, l’impegno ed il coraggio
-, sia esso imprenditore o lavoratore, può creare quel di più per fertilizzare la
comunità e farla prosperare”.
Insomma, una nuova
economia passa attraverso la centralità della persona.