2009-07-21 14:59:07

La diplomazia Usa impegnata in Europa e Asia


Offensiva diplomatica in corso per la nuova amministrazione statunitense impegnata a rinsaldare i legami con i vecchi alleati e a stringere nuove intese con le potenze emergenti. S’inquadrano così le missioni in corso del vice presidente Biden in Ucraina e Georgia, sia quelle della segretario di Stato Hillary Clinton in India e in Thailandia, dove è in corso il vertice dell’ASEAN, il vertice che riunisce le Nazioni dell’Asia Sud-orientale con lo scopo di garantire stabilità economica e politica all’intera regione. Sugli obiettivi perseguiti dalla politica estera Usa, Stefano Leszczynski ha intervistato Massimo Teodori, docente di Storia Americana all’Università di Perugia:RealAudioMP3

R. – L’India è strategica perché in una certa misura fa da contrappeso da una parte alla Cina e dall’altra parte all’intero mondo islamico. In più, c’è qualcosa che è abbastanza vicino alle corde americane, vale a dire che tutto sommato l’India è un grande Paese democratico e quindi l’India è una soluzione nella nuova strategia del dialogo planetario.

 
D. – Il viaggio del vice presidente Biden in Ucraina e poi in Georgia rischia di rinnovare delle tensioni che già sono molto forti …

 
R. – Le due questioni aperte tra Stati Uniti e Russia sono la prima, quella dello scudo stellare, e la seconda, quella dell’entrata della Georgia e dell’Ucraina nella Nato. Entrambi i problemi non sono risolti, e gli Stati Uniti sono pronti a compromessi se la Russia – soprattutto – concede la facilità del passaggio dei rifornimenti militari per l’Afghanistan.

 
D. – Si può leggere nella politica estera della nuova amministrazione una certa continuità con la politica estera passata?

 R. – C’è continuità e cambiamento. Continuità nel senso che Obama persegue ancora, come nella storia degli Stati Uniti e nella sua posizione economica e militare, una strategia di guida internazionale come potenza egemone. In questo c’è una continuità con Bush. Gli strumenti di questa strategia sono tuttavia diversi, perché se Bush pensava soprattutto ad una politica unilaterale, Obama – al contrario – cerca di perseguire i propri interessi nazionali di potenza egemone con una maggiore enfasi sugli strumenti politici e diplomatici piuttosto che su quelli militari.







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