2009-07-21 13:06:34

Incidenti e pirati della strada, oltre al Codice va spiegata l'etica delle norme. L'opinione di don Mario Lusek


Nel 2008, sono stati oltre 39 mila i morti sulle strade in Europa. Si registra un miglioramento progressivo dal 2001 ma ancora resta da fare. I Paesi che con più progressi: Lussemburgo, Francia e Portogallo. Bene anche l’Italia, con circa un 30% di decessi in meno. E' di ieri però la notizia secpndo la quale, sempre in Italia, sono aumentati gli incidenti dovuti ai pirati della strada. La necessità di educare alla responsabilità stradale, più volte sottolineata anche da Benedetto XVI, è sempre stata considerata con molta attenzione dalla Chiesa. A don Mario Lusek, direttore dell’Ufficio della Cei per il turismo, lo sport e il tempo libero, che si occupa anche di sicurezza stradale, Debora Donnini ha chiesto quale sia in merito il punto messo in risalto dall'insegnamento cristiano:RealAudioMP3

R. - Sicuramente, quello delle virtù. La virtù della prudenza è una virtù che ci mette proprio nella logica dell’alterità, ma anche la virtù della giustizia che rimanda a una conoscenza dei codici e dei regolamenti.

 
D. - Secondo lei, servono pene più severe?

 
R. - Noi puntiamo sempre, come Chiesa, sull’educazione. Se però, qualche volta, la trasgressione prende il sopravvento su quella che è la responsabilità, è necessaria anche una forma di repressione.

 
D. - I dati in Italia segnalano che sul fronte della pirateria stradale i casi sono aumentati, quest’anno, del 57%: pirateria causata soprattutto da chi assume alcol e droghe. Cosa si può fare?

 
R. - Innanzitutto, non sentirsi padroni della strada, ma favorire l’educazione stradale. Nelle scuole guida c’è la conoscenza del Codice stradale, ma questo va di certo accompagnato da un insegnamento etico e dalle motivazioni che stanno dietro quelle regole, perché altrimenti la persona si sente in dovere di fare come vuole. E questo, ovviamente, questo non aiuta: gli incidenti sono una forma di violenza e a volte sono causati non solo dall’imperizia o dalla fatalità, ma proprio da questa voglia di trasgredire a tutti i costi.

 
D. - C’è anche una particolare catechesi che fate proprio sulla strada…

 
R. - Ciò si avvale anche di quella rete di presenza, anche religiosa, che si trova lungo le strade e le autostrade: penso alle cappellanie fisse e mobili e alle uscite dei caselli autostradali, dove ci sono santuari. Questi sono luoghi in cui è possibile fare un annuncio che porta anche ad una responsabilizzazione dell’automobilista e lo porta anche ad essere protagonista non solo del valore della vita, ma anche della fede. Fede che incarna proprio nella responsabilità nei confronti degli latri. Guidare vuol dire prima di tutto convivere. Ogni azione, ogni gesto ed ogni atto che viene compiuto mentre si guida ha inevitabilmente risvolti sulle altre persone.







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