Sri Lanka: i giornalisti chiedono al governo di poter accedere ai campi profughi
Libero accesso della stampa nei campi profughi e sicurezza per i giornalisti nella
regione del nord, dove ad agosto si svolgeranno le prime elezioni amministrative dopo
la fine dei 30 anni di dominio delle Tigri tamil. Sono due delle 11 richieste che
le principali associazioni internazionali dell’informazione rivolgono a Mahinda Rajapaksa,
presidente dello Sri Lanka. Con una lettera aperta, ripresa dall’agenzia AsiaNews,
lamentano che “il deterioramento della situazione della libertà di stampa nel Paese
continua nonostante la vittoria militare sul Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte)”.
I giornalisti locali sostengono che il governo di Colombo ha spesso utilizzato lo
spauracchio della guerra contro le Tigri tamil e la difesa della sicurezza nazionale
per tenere sotto controllo i media dello Sri Lanka. Le autorità hanno imprigionato
anche alcuni giornalisti accusandoli di collusione con i ribelli tamil, e sono molti
i casi di minacce e assassini tra operatori dei media che nei loro articoli hanno
criticato la politica del governo. A firmare la lettera aperta a Rajapaksa sono associazioni
come la Federazione internazionale dei giornalisti, il Comitato mondiale per la libertà
di stampa e Reporter senza frontiere. Esse affermano che “molto deve essere fatto
nell’immediato per assicurare che i giornalisti dello Sri Lanka e i media indipendenti
in singalese, tamil ed inglese posano godere della sicurezza e della libertà che è
propria di una democrazia”. Le associazioni chiedono dunque al presidente dello Sri
Lanka anche la creazione di un ufficio per le indagini sui crimini contro i media
e la pubblicazione dei risultati dell’inchiesta sull’omicidio di Lasantha Wickramathunga,
direttore del Sunday Leader assassinato l’8 gennaio scorso. Tra gli undici punti contenuti
nella lettera ci sono anche le richieste di liberazione dei giornalisti J.S. Tissainayagam,
B. Jasiharan e V. Vallarmathy in carcere dal marzo 2008. (V.V.)