2009-07-20 15:36:19

L'Iran accusa: nemici stranieri dietro le proteste


Un gruppo di riformisti religiosi iraniani guidati dall'ex presidente Mohammad Khatami ha chiesto l'indizione di un referendum riguardante le recenti elezioni e i contestatissimi risultati, sottolineando che “milioni di iraniani hanno perso la fiducia nel processo elettorale”. L'associazione che ha chiesto l'intervento di organismi indipendenti, ha anche dato il proprio appoggio all’ex presidente Rafsanjani. In base alla Costituzione iraniana solamente la guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, può ordinare l'organizzazione di un referendum. E proprio Khamenei ha accusato oggi i nemici stranieri della Repubblica islamica di fomentare le proteste e i disordini seguiti alle elezioni presidenziali del 12 giugno. Qual è dunque la possibilità di un referendum sul processo elettorale? Paolo Ondarza lo ha chiesto a Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica  e di Cultura e civiltà del Medio Oriente all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano:

R. – Al momento sembra scarsa. Non so neppure se il referendum su un risultato elettorale sia effettivamente ammissibile. E’ interessante vedere che c’è una parte crescente del clero sciita che vede con estremo disagio la piega che ha preso la Repubblica islamica dell’Iran e soprattutto che critica con sempre maggior decisione l’operato del Rahbar, della guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei. Una guida che aveva anche una funzione di arbitro, di mediatore delle dispute e che ha tradito il proprio compito schierandosi senza riserve con Ahmadinejad.

D. – L’ayatollah Ali Khamenei non ha usato eufemismi, accusando nuovamente i nemici stranieri di fomentare le proteste di piazza…

R. – L’accusa delle interferenze, dei complotti esterni sono uno dei temi preferiti da Ali Khamenei e dagli ultra radicali. Gli ultra radicali conservatori hanno distrutto il movimento riformista in Iran, che è stato alla guida della presidenza della Repubblica dal 1998 al 2005, fomentando proprio le paure dell’interferenza esterna. Va però detto che – a parte l’opinione pubblica internazionale – c’è una fortissima attenzione, a volte perfino esagerata, su tutto quello che avviene sull’Iran, proprio perché si lega al ruolo che ha l’Iran nel Medio Oriente e si lega anche con il nucleare; gli iraniani stanno facendo passi avanti molto netti e c’è il rischio che vi possa essere un programma nucleare clandestino. Tutto questo rende la comunità internazionale molto attenta, però questo offre il fianco ai conservatori che accusano i riformisti e tutti quelli che si oppongono ai clamorosi brogli elettorali di essere dei “mandanti dell’Occidente”, dei nemici della Repubblica islamica.







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