Bangladesh: l’opera dei missionari nello sviluppo del popolo bengalese
I missionari hanno dato e continuano a dare un contributo determinante per l’evangelizzazione
del Bangladesh e per lo sviluppo umano e sociale del popolo bengalese. A darne notizia
è l’Agenzia Fides. Da un lato ci sono i missionari, come padre Adolfo L’Imperio, del
Pontificio istituto missioni estere (Pime), della diocesi italiana di Gaeta, che hanno
dedicato tutta la loro vita al Bangladesh. Dall’altro, lo Spirito Santo continua a
suscitare nuove vocazioni missionarie anche fra i giovani laici. “Non è il singolo
individuo ad essere missionario - ricorda padre L’Imperio – ma la Chiesa intera”.
Padre Adolfo L’Imperio era già missionario quando il Bangladesh si chiamava “Pakistan
orientale” e non esisteva ancora come Repubblica autonoma. In quarant’anni, è stato
testimone di eventi storici e drammatici, lotte sanguinose che hanno sconvolto il
Paese. Quando è iniziata la guerra di liberazione, è diventato direttore della Caritas
per amministrare gli aiuti che venivano da vari Paesi di tutto il mondo. Ha progettato
e realizzato chiese e santuari, ma anche ospedali, ostelli, case per i poveri. Oggi,
ricorda il notiziario “Banglanews”, è impegnato nel sostegno allo studio: in Bangladesh
l’analfabetismo è presente ancora nel 50% della popolazione. Il suo instancabile lavoro
permette ad oltre 310 ragazzi dai 10 ai 16 anni di frequentare le scuole secondarie
e superiori. Tra i meriti maggiori di padre L’Imperio, quello di aver contribuito
al sostegno e alla formazione di molti sacerdoti della giovane Chiesa locale e di
aver trasmesso la sua eredità anche a giovani laici che si accostano alla vita missionaria.
(R.R.)