2009-07-18 13:15:42

I vescovi della Bolivia: la preghiera è per la liberazione interiore e la libertà civile


“Di fronte ai continui tentativi di dividere la comunità ecclesiale tra una presunta Chiesa di base e un’altra, quella della gerarchia” la Conferenza episcopale della Bolivia ribadisce con forza “l’unità della Chiesa in quanto unico Popolo di Dio formato da vescovi, sacerdoti, religiose, religiosi e laici”, comunità in cui sono presenti e vivi i principi della “corresponsabilità e dell’ordinata comunione gerarchica al servizio della costruzione del Regno di Dio”. I presuli sono intervenuti ieri con una nota a firma del segretario generale dell’Episcopato, mons. Jesús Juárez Párraga, vescovo di El Alto, dopo che diverse autorità, tra cui lo stesso presidente boliviano Evo Morales, nella cornice delle celebrazioni per il bicentenario dell’indipendenza, hanno criticato gratuitamente i vescovi dell’Honduras e la stessa Chiesa boliviana. In particolare il presidente Morales ha affermato che quando i popoli cercano di liberarsi arrivano per impedirglielo le dittature o la violenza del fucile o l’alienazione della preghiera. “Ogni uomo e ogni donna di fede, al di là della propria confessione religiosa - scrivono i vescovi - ha il diritto di rivendicare con la propria esperienza il valore e la dignità della preghiera. La preghiera – aggiungono - ci mette in contatto con Dio e colloca davanti a Lui le nostre vite così come quelle dei nostri fratelli” permettendoci di raccontare al Creatore “le nostre speranze per una società più giusta e degna” e donandoci “la forza necessaria per far diventare realtà ciò che desideriamo”. Certo si tratta di “una visione di fede” - osserva la nota - che ha la sua radice “nel senso comune” e “nella storia del nostro popolo” e dunque nulla ha a che fare “con ideologie ormai superate che vedono nelle religioni una minaccia ai propri progetti di potere”. I presuli sottolineano inoltre che la preghiera non solo aiuta la liberazione interiore ma è utile anche alla costruzione di una convivenza civile nella pace e nella fratellanza, obiettivi per i quali in America Latina molti cristiani hanno versato il proprio sangue e donato la propria vita. I vescovi boliviani quindi aggiungono: “Abbiamo ricevuto ogni tipo di critica, sia sotto le dittature sia durante le democrazie”, perché non si è capito o voluto capire “il mandato d’amore che la Chiesa ha ricevuto da Cristo”: missione di carità che rende i cristiani segno di contraddizione. I vescovi, ribadendo la loro comunione con il Papa, sottolineano infine il loro dovere di “assumere responsabilmente” le vicende della storia, “con le sue luci e le sue ombre”, imparando dagli errori e incoraggiati dalle testimonianze e dai successi della comunità ecclesiale “per guardare al futuro con fiducia senza la zavorra dell’amarezza e del risentimento”. (A cura di Luis Badilla)RealAudioMP3







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