I carmelitani in prima linea per la convivenza pacifica ad Haifa in Israele
“L’impegno dei Carmelitani scalzi di vivere e annunciare il Vangelo soprattutto in
Galilea, nella città di Haifa”. Questo il tema centrale di un’intervista rilasciata
in questi giorni all’agenzia Zenit da padre Flavio Caloi, veronese, Delegato generale
dei Carmelitani scalzi per la Terra Santa e l’Egitto e Vicario del Monte Carmelo.
Per la sua collocazione geografica ma anche per la sua tradizione, la città di Haifa
- pesantemente bersagliata nel luglio 2006 dal lancio di missili del gruppo integralista
libanese di Hezbollah, durante il conflitto con Israele - ha infatti come vocazione
la coesistenza pacifica tra i vari popoli. Ad Haifa, i padri carmelitani hanno 3 conventi
oltre a un centro studi a Gerusalemme; mentre le monache contano un monastero a Betlemme,
uno ad Haifa, uno a Gerusalemme e uno a Nazareth. “I nostri predecessori, più di 800
anni fa – ha raccontato il religioso –, hanno iniziato qui la nostra Formula di vita
che si ispira al grande profeta Elia e alla Vergine, Madre e Regina del Carmelo”.
La presenza dei carmelitani nell’area – ha spiegato - si concentra in tre posti sul
Monte Carmelo: Stella Maris, la parrocchia e Muhraqa (il Sacrificio). Il Santuario
sorge sul promontorio che sovrasta il golfo di Haifa e dove è stato costruito il primo
monastero dell’Ordine, noto sotto il nome di Wadi-ein-siah. Inserito in una incantevole
cornice naturale, il santuario “Stella Maris” (Stella del mare) è meta di frequenti
pellegrinaggi da parte di cristiani, ebrei, musulmani, drusi e bahai (la religione
fondata da Husein Ali che sulla salita al Monte Carmelo ha un proprio santuario dalla
cupola dorata) – che giungono qui per venerare la Vergine e il profeta Elia. L’apostolato
dei carmelitani è attivo però anche sul fronte dell’educazione attraverso la scuola
“Carmelite”, che conta oltre 800 alunni ed ospita non solo i cristiani delle varie
confessioni ma anche parecchi musulmani. “L’ecumenismo – ha affermato padre Caloi
- nasce da solo qui, in questo Santuario, e in questa tollerante e rispettosa città
che è Haifa, in cui tutti si sentono a casa, qualunque sia la religione o l’origine”.
“La parrocchia di San Giuseppe – ha spiegato – si trova invece nella Haifa bassa,
presso il porto. E’ l’unica parrocchia latina della città ed è frequentata dai cristiani
di origine palestinese e dai numerosi filippini che lavorano in Galilea”. Muhraqa,
o il Sacrifico – ha poi aggiunto –, “ricorda il grande gesto che il profeta Elia compì
per salvare la fede in Israele”. Si tratta di un posto molto visitato, “specialmente
dai neo-catecumenali, dai protestanti, dagli ebrei, dai drusi, anche a causa della
stupenda panoramica che vi è offerta”. Questi luoghi, ha spiegato padre Flavio Caloi,
sono oggetto di una profonda devozione, tanto che “la processione della Madonna del
Carmelo, che è celebrata la terza domenica dopo Pasqua, è, dopo quella delle Palme
a Gerusalemme, la più frequentata in tutto Israele, con decine di migliaia di fedeli
provenienti da tutti i Territori della Terra Santa”. E proprio da qui – ha concluso
il carmelitano –, dal giardino situato all'interno del santuario “Stella Maris”, gli
“Angeli della pace”, le tre sculture create da Sabino Ventura e Yumiko Tachimi per
rappresentare le tre grandi religioni monoteistiche, ci ricordano che “la pace viene
dall’alto, ma dimora nei nostri cuori”. (E. B.)