2009-07-17 15:45:23

Nuove manifestazioni in Iran: la polizia carica gli studenti


In Iran migliaia di sostenitori del leader Mussavi sono tornati a manifestare di fronte all'università di Teheran dove l'ex presidente Rafsanjani ha tenuto il sermone per la preghiera del venerdì. E mentre fuori è scattata la repressione della polizia, all’interno della moschea dell’Ateneo le parole dell’ayatollah Rafsanjani hanno scaldato la platea dei fedeli. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3
 
L’ex presidente Rafsanjani, dopo due mesi di assenza sulla scena pubblica, ha lanciato messaggi molto forti e inequivocabili parlando di “situazione amara” per la maggior parte dei cittadini iraniani che esprimono dubbi sui risultati elettorali. Rafsanjani ha poi aggiunto che deve essere creata "un'atmosfera di libertà in cui ognuno abbia il diritto di esprimere le sue critiche". E ancora: vanno liberati immediatamente i manifestanti e gli intellettuali arrestati nell'ultimo mese. "Per governare è necessario il consenso popolare, senza di esso il governo non ha legittimità", ha proseguito l'ex presidente, proponendo che sia l'Assemblea degli Esperti a trovare la soluzione alla crisi politica. Quanto al Consiglio dei Guardiani – ha detto - "è stato fatto cattivo uso dei cinque giorni extra concessi dalla Guida Suprema per accertare il risultato delle elezioni". Di certo, ha concluso l’ayatollah, “è necessario uscire da questa situazione solo con le vie legali”. La lettura del sermone è stata interrotta a più riprese dai fedeli vicini alla corrente conservatrice. Fuori dall’università si è invece ripetuto il copione delle proteste post elettorali: decine di migliaia di giovani con fasce verdi sono stati caricati dalla polizia con lacrimogeni e bastoni. Un primo bilancio parla di 15 arresti. Gli scontri sono proseguiti anche al termine della preghiera.

 
Afghanistan
Ancora violenza in Afghanistan: almeno 11 civili, fra cui cinque bambini, hanno perso la vita in seguito all’esplosione del camion sul quale viaggiavano. Il gruppo, secondo la polizia, stava recandosi al mausoleo a Spin Boldak. Non c'è stata alcuna rivendicazione ufficiale. Gli inquirenti si dicono certi che dietro l’attacco ci siano i talebani.

Pakistan
Sono stati ascoltati a Islamabad, in Pakistan, il marito di Benazir Bhutto e il presidente Zardari nell’ambito dell’inchiesta Onu sull’omicidio dell’ex premier. In sei mesi di tempo, il Palazzo di Vetro dovrà fare luce sull'omicidio della Bhutto, avvenuto a Rawalpindi, al termine di un comizio elettorale il 27 dicembre 2007.

Caucaso violenze
Due giorni dopo l'uccisione dell'attivista per i diritti civili Natalaya Estemirova, resta altissima la tensione nel Caucaso russo. Il ministro dello sport dell’Inguscezia, Ruslan Balayev, è stato assassinato a colpi di pistola insieme con il suo autista. Si tratta dell’ennesimo attacco contro funzionari pubblici: il mese scorso è scampato ad un agguato il presidente della piccola Repubblica della feraderazione russa, Yunus-Bek Yevkurov. E il corpo della Estemirova era stato trovato mercoledì proprio in Inguscezia, poche ore dopo che l'attivista era stata sequestrata in Cecenia. Il presidente russo Medvedev ha espresso tutta la sua “indignazione” per l’accaduto e ha ordinato l’apertura di un’inchiesta “ad alto livello”. Anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, incontrando a Monaco di Baviera il presidente russo, ha auspicato un’inchiesta approfondita sull'omicidio.

Honduras
Torna a salire la tensione anche in Hoduras dopo due giorni di relativa calma. I sostenitori dell’opposizione honduregna sono scesi nuovamente in piazza per chiedere il ritorno in carica di Manuel Zelaya, il presidente deposto lo scorso 28 giugno. Bloccate le principali strade del Paese e le frontiere con El Salvador, Guatemala e Nicaragua. Da canto suo, il capo di Stato de facto Micheletti ha ribadito che sulla destituzione del presidente eletto, Manuel Zelaya, ''non si torna indietro''. Il suo governo non tollererà ingerenze straniere nelle sue vicende politiche.

Corea del Nord
La Corea del Nord è ancora in tempo per tornare al tavolo dei negoziati a sei. Così l'emissario americano per l'Asia e il Pacifico, Kurt Campbell. L’esponente di Washington, per la prima volta a Tokyo in veste ufficiale dopo l'assunzione dell'incarico in giugno, ha incontrato i responsabili nipponici, incluso il negoziatore al tavolo dei colloqui a sei Akitaka Saiki: le parti hanno concordato sulla necessità di implementare pienamente la nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, approvata dopo l'esperimento nucleare di maggio da parte di Pyongyang.

Somalia ostaggi francesi
I due agenti dei servizi francesi rapiti a Mogadiscio il 14 luglio sono ora nelle mani degli Shabaab, gruppo ritenuto direttamente collegato ad al Qaeda. Uomini del gruppo hanno circondato all'alba la casa dove esponenti di Isbul Islam, il secondo principale gruppo integralista somalo che combatte contro il governo legittimo, detenevano l'altro ostaggio, e lo hanno portato via con la forza. Si tratta di una situazione molto preoccupante, poiché è noto che le posizioni del gruppo Shabaab sono molto più intransigenti di quelle di Isbul Islam. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 198

 
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