Nuove manifestazioni in Iran: la polizia carica gli studenti
In Iran migliaia di sostenitori del leader Mussavi sono tornati a manifestare di fronte
all'università di Teheran dove l'ex presidente Rafsanjani ha tenuto il sermone per
la preghiera del venerdì. E mentre fuori è scattata la repressione della polizia,
all’interno della moschea dell’Ateneo le parole dell’ayatollah Rafsanjani hanno scaldato
la platea dei fedeli. Il servizio di Marco Guerra: L’ex
presidente Rafsanjani, dopo due mesi di assenza sulla scena pubblica, ha lanciato
messaggi molto forti e inequivocabili parlando di “situazione amara” per la maggior
parte dei cittadini iraniani che esprimono dubbi sui risultati elettorali. Rafsanjani
ha poi aggiunto che deve essere creata "un'atmosfera di libertà in cui ognuno abbia
il diritto di esprimere le sue critiche". E ancora: vanno liberati immediatamente
i manifestanti e gli intellettuali arrestati nell'ultimo mese. "Per governare è necessario
il consenso popolare, senza di esso il governo non ha legittimità", ha proseguito
l'ex presidente, proponendo che sia l'Assemblea degli Esperti a trovare la soluzione
alla crisi politica. Quanto al Consiglio dei Guardiani – ha detto - "è stato fatto
cattivo uso dei cinque giorni extra concessi dalla Guida Suprema per accertare il
risultato delle elezioni". Di certo, ha concluso l’ayatollah, “è necessario uscire
da questa situazione solo con le vie legali”. La lettura del sermone è stata interrotta
a più riprese dai fedeli vicini alla corrente conservatrice. Fuori dall’università
si è invece ripetuto il copione delle proteste post elettorali: decine di migliaia
di giovani con fasce verdi sono stati caricati dalla polizia con lacrimogeni e bastoni.
Un primo bilancio parla di 15 arresti. Gli scontri sono proseguiti anche al termine
della preghiera.
Afghanistan Ancora violenza
in Afghanistan: almeno 11 civili, fra cui cinque bambini, hanno perso la vita in seguito
all’esplosione del camion sul quale viaggiavano. Il gruppo, secondo la polizia, stava
recandosi al mausoleo a Spin Boldak. Non c'è stata alcuna rivendicazione ufficiale.
Gli inquirenti si dicono certi che dietro l’attacco ci siano i talebani.
Pakistan Sono
stati ascoltati a Islamabad, in Pakistan, il marito di Benazir Bhutto e il presidente
Zardari nell’ambito dell’inchiesta Onu sull’omicidio dell’ex premier. In sei mesi
di tempo, il Palazzo di Vetro dovrà fare luce sull'omicidio della Bhutto, avvenuto
a Rawalpindi, al termine di un comizio elettorale il 27 dicembre 2007.
Caucaso
violenze Due giorni dopo l'uccisione dell'attivista per i diritti civili Natalaya
Estemirova, resta altissima la tensione nel Caucaso russo. Il ministro dello sport
dell’Inguscezia, Ruslan Balayev, è stato assassinato a colpi di pistola insieme con
il suo autista. Si tratta dell’ennesimo attacco contro funzionari pubblici: il mese
scorso è scampato ad un agguato il presidente della piccola Repubblica della feraderazione
russa, Yunus-Bek Yevkurov. E il corpo della Estemirova era stato trovato mercoledì
proprio in Inguscezia, poche ore dopo che l'attivista era stata sequestrata in Cecenia.
Il presidente russo Medvedev ha espresso tutta la sua “indignazione” per l’accaduto
e ha ordinato l’apertura di un’inchiesta “ad alto livello”. Anche la cancelliera tedesca,
Angela Merkel, incontrando a Monaco di Baviera il presidente russo, ha auspicato un’inchiesta
approfondita sull'omicidio.
Honduras Torna a salire la tensione anche
in Hoduras dopo due giorni di relativa calma. I sostenitori dell’opposizione honduregna
sono scesi nuovamente in piazza per chiedere il ritorno in carica di Manuel Zelaya,
il presidente deposto lo scorso 28 giugno. Bloccate le principali strade del Paese
e le frontiere con El Salvador, Guatemala e Nicaragua. Da canto suo, il capo di Stato
de facto Micheletti ha ribadito che sulla destituzione del presidente eletto, Manuel
Zelaya, ''non si torna indietro''. Il suo governo non tollererà ingerenze straniere
nelle sue vicende politiche.
Corea del Nord La Corea del Nord è ancora
in tempo per tornare al tavolo dei negoziati a sei. Così l'emissario americano per
l'Asia e il Pacifico, Kurt Campbell. L’esponente di Washington, per la prima volta
a Tokyo in veste ufficiale dopo l'assunzione dell'incarico in giugno, ha incontrato
i responsabili nipponici, incluso il negoziatore al tavolo dei colloqui a sei Akitaka
Saiki: le parti hanno concordato sulla necessità di implementare pienamente la nuova
risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, approvata dopo l'esperimento
nucleare di maggio da parte di Pyongyang.
Somalia ostaggi francesi I
due agenti dei servizi francesi rapiti a Mogadiscio il 14 luglio sono ora nelle mani
degli Shabaab, gruppo ritenuto direttamente collegato ad al Qaeda. Uomini del gruppo
hanno circondato all'alba la casa dove esponenti di Isbul Islam, il secondo principale
gruppo integralista somalo che combatte contro il governo legittimo, detenevano l'altro
ostaggio, e lo hanno portato via con la forza. Si tratta di una situazione molto preoccupante,
poiché è noto che le posizioni del gruppo Shabaab sono molto più intransigenti di
quelle di Isbul Islam. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 198 E'
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