Il cardinale Tettamanzi sul decreto sicurezza: "Costruire ponti e non muri"
“Una vera accoglienza implica un’apertura verso l’altro, richiede un’apertura, una
disponibilità a conoscerlo, ad ascoltarlo, a leggere in profondità le istanze della
sua vita”: è questo uno dei passaggi più significativi di un’intervista al cardinale
di Milano, Dionigi Tettamanzi, pubblicata dal quotidiano ‘La Stampa’ nella quale vengono
affrontati i temi sollevati dall’approvazione in parlamento del cosiddetto ‘pacchetto
sicurezza’ che introduce una serie di norme in materia di immigrazione. “Tutti vogliamo
la sicurezza - dice il cardinale al suo intervistatore - ma c’è necessità di una sicurezza
che sia umana e umanizzante, altrimenti ne escono enormemente penalizzate e sminuite
le dimensioni della solidarietà e dell’accoglienza. L’importante è non mettere mai
in discussione l’uguale valore di ogni persona”. Per il cardinale Tettamanzi - riferisce
l'agenzia Misna - è arrivato il momento di comprendere che non c’è futuro senza solidarietà:
“Servono maggiore senso della misura e più accoglienza verso chi è bisognoso, malato,
straniero. Accogliere l’altro richiede la disponibilità ad ascoltare, ad interpretare
le esigenze vere, profonde, a fare passi avanti insieme. Insomma, costruire ponti
invece di alzare muri”. Rifiutare l’accoglienza - continua il cardinale - significa
ritirarsi in se stessi: “Riconoscere e mettere al centro la dignità umana consente
di equilibrare le istanze della sicurezza e quelle dell’accoglienza. La vera integrazione
– è la conclusione – passa dal riconoscimento dell’uguaglianza degli esseri umani”.
(R.P.)