Perù: la Chiesa chiede al Parlamento più dialogo sulla libertà religiosa
Il parlamento affronti questioni urgenti per la società peruviana. E’ quanto affermato
da mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo e presidente della
Conferenza episcopale peruviana (Cep), in una dichiarazione sull’approvazione del
disegno di legge sulla libertà religiosa in Perù riportata dall’agenzia Sir. “La Chiesa
cattolica – ha proseguito - è la prima a difendere e a promuovere la libertà religiosa”.
Ed in questo senso afferma che “è stata la Conferenza episcopale peruviana quella
che ha proposto il principio della libertà religiosa raccolto poi nella Costituzione
del 1979 e riconosciuto dall’attuale Costituzione”. Dalla Costituzione del 1979, ha
sottolineato il presule, “si apprende che lo Stato peruviano è aconfessionale e stabilisce
con la Chiesa cattolica una relazione di indipendenza e collaborazione, come raccolto
successivamente dall’articolo 50 della nostra attuale Costituzione, lo stesso che
stabilisce contemporaneamente che lo Stato rispetta altre confessioni e può stabilire
forme di collaborazione con esse”. Secondo mons. Cabrejos, è importante tenere conto
del bene sociale di una confessione di fede. “La Chiesa cattolica – ha ricordato -
ha più di 2000 anni e nel Perù è indubbia la sua partecipazione alla formazione storica,
culturale e morale della società attuale, ciò che la differenzia necessariamente nella
sua relazione con lo Stato, rispetto alle relazioni che lo stesso possa stabilire
con le altre Confessioni”. Inoltre, “le relazioni tra lo Stato peruviano e la Chiesa
cattolica si regolano attraverso l’Accordo tra la Santa Sede e lo Stato Peruviano
che ha carattere vincolante, trattandosi di un accordo di diritto internazionale”.
Perciò, il presule si è detto dispiaciuto per il fatto “che nonostante l’aspetto collaborativo
che deve prevalere nella relazione della Chiesa cattolica con lo Stato, su questo
tema il Parlamento non abbia consultato ufficialmente la Conferenza episcopale peruviana”.
È anche sorpreso “poiché nonostante nel Paese vi siano tanti problemi seri ed urgenti
da risolvere, un gruppo di congressisti si affretti a ottenere l’approvazione di questa
legge nella Commissione Costituzione”, considerando che “su 16 membri della Commissione
soltanto 6 hanno votato”. L’auspicio di mons. Cabrejos è che questo tema “si affronti
in un clima di dialogo, di rispetto delle persone e delle istituzioni e cercando innanzitutto
il bene del Paese”. (E. B.)