La visita del Papa a Viterbo e a Bagnoregio del 6 settembre illustrata dal vescovo
della città, Lorenzo Chiarinelli
La visita di Benedetto XVI a Viterbo e a Bagnoregio, prevista il prossimo 6 settembre,
sarà un evento da vivere in modo “fecondo e sereno”. E’ quanto ha detto il vescovo
di Viterbo, mons. Lorenzo Chiarinelli, illustrando lunedì scorso alla Giunta e al
Consiglio comunale della città la visita pastorale di Benedetto XVI nella terra della
“città dei Papi”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il programma
della visita di Benedetto XVI si snoda attraverso un percorso che segue le
orme di Santa Rosa, Patrona di Viterbo, e di San Bonaventura da Bagnoreggio, del quale
oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica. Il territorio viterbese, profondamente
intrecciato nel corso dei secoli con la storia della Chiesa, è legato anche a quella
di diversi Pontificati. A Viterbo - ha ricordato mons. Lorenzo Chiarinelli - sono
stati eletti 5 Papi. La città, dove sono sepolti 4 Pontefici, ha anche ospitato 50
Papi. Si deve dunque accrescere - ha spiegato il presule - “l’impegno per la fioritura
delle radici di Viterbo come città che custodisce e valorizza prestigiose stagioni
della sua storia”. Ma la visita pastorale di Benedetto XVI è soprattutto un incontro
con i suoi abitanti. Il Papa - ha detto mons. Lorenzo Chiarinelli - arriverà al campo
sportivo e successivamente si trasferirà al Palazzo dei Papi da dove saluterà la cittadinanza.
Il Santo Padre si recherà poi nella Valle Faul per la celebrazione liturgica e la
recita dell’Angelus. Nel primo pomeriggio, vedrà la Macchina di Santa Rosa e si recherà
nella Cattedrale della Santa Patrona di Viterbo. Benedetto XVI visiterà quindi il
Santuario della Madonna della Quercia, dove pregherà in compagnia delle monache di
clausura del territorio viterbese. In seguito, si trasferirà a Bagnoregio, dove visiterà
l’unica reliquia rimasta di San Bonaventura. Successivamente, rivolgerà un discorso
ai cittadini presenti nella piazza e infine farà ritorno a Castel Gandolfo. Sugli
auspici per la visita del Papa a Viterbo e a Bagnoregio ascoltiamo, al microfono di
Isabella Piro, mons. Lorenzo Chiarinelli:
“Vorrei
che fossero primarie due realtà. Una è che il pastore, che viene a confermarci nella
fede, facesse riemergere nel cuore di tutti il bisogno e la gioia del credere. La
fede, soprattutto per le giovani generazioni, è l’energia che indica e fa innamorare
della meta verso cui ci muoviamo. La seconda è che in una società, alquanto frammentata,
ci sono spesso delle articolazioni difficili a comporsi sul piano delle culture, delle
esperienze religiose, delle economie e delle politiche. L’auspicio è che il senso
dell’unità prevalga su quello delle differenze e che realmente la nostra società si
costruisca su quei pilastri che sono la libertà, la verità, la carità e la giustizia.
Credo che la visita del Papa, con il suo messaggio e con la sua preghiera, possa essere
il dono da custodire e da far fruttificare”.
Altri doni preziosi sono
quelli offerti dalla testimonianza dei Santi. San Bonaventura, di cui oggi la Chiesa
ricorda la memoria, insegna in particolare a cercare la patria futura. Ancora mons.
Lorenzo Chiarinelli:
“Vivere la fede alla luce della teologia bonaventuriana
vuol dire camminare con il mistero che ci viene consegnato dal Cristo dentro i dinamismi
del tempo, sostenuti però dalla speranza che è certezza garantita di una pienezza.
Non è una fuga dalle sfide quella che la storia, il tempo e la società consentono.
Questo collocarsi nella ricerca bonaventuriana è un insegnamento a vivere dentro il
tempo, ma con la certezza di quello che San Paolo diceva: noi cerchiamo una patria
futura”.