Fondazione cattolica respinge l'invito della Fifa ai giocatori a non esternare la
propria fede
Il presidente della Fifa, Joseph Blatter, e la Federcalcio della Danimarca sbagliano
a voler “epurare lo sport di quei valori etici che la fede cristiana e la Chiesa cattolica
diffondono e difendono da secoli”. È ciò che sostiene il presidente della Fondazione
Giovanni Paolo II per lo Sport, Edio Costantini, in un comunicato, ripreso dall’agenzia
Zenit, emesso dopo il severo ammonimento ai brasiliani per il loro modo di esprimere
la propria fede religiosa negli stadi. Tutto è iniziato da una denuncia del presidente
della federazione danese di calcio, Jim Stjerne Hansen, che non ha gradito la gioia,
intessuta di grande fervore religioso, mostrata dai giocatori brasiliani nel finale
della Confederation Cup 2009 in Sudafrica. Dopo la vittoria sugli statunitensi, i
giocatori brasiliani si sono abbracciati e hanno recitato una preghiera di ringraziamento
a Dio per la partita che si era appena conclusa. “L'espressione di fervore religioso
dei brasiliani è durata troppo tempo”, ha dichiarato Hansen in quell'occasione, e
ha creato “confusione tra religione e sport”. Per il presidente della federazione
danese, “non c’è posto per la religione nel calcio”, per cui ha sollecitato l'intervento
della Fifa per evitare il “pericolo” che in futuro, una partita di calcio possa trasformarsi
in un evento religioso. Blatter, presidente della Fifa dal 1998, ha ammonito i giocatori
brasiliani e si è impegnato a evitare ogni manifestazione religiosa nei prossimi Mondiali
di calcio, che si svolgeranno in Sudafrica nel 2010. Già nel 2002, Blatter aveva lanciato
un “brusco ultimatum verso ogni festeggiamento di tipo religioso al termine della
partite” il giorno dopo che il Brasile aveva vinto la sua quinta Coppa del mondo,
ha spiegato Costantini. Il presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport
ha voluto ora difendere l'espressione dei gesti religiosi nel calcio. “Ritengo che
proprio il progressivo svuotamento di valori etici e religiosi sia il responsabile
della deriva morale di cui il calcio, e lo sport in genere, è ormai vittima”, segnala
nel comunicato. “Violenza, doping e razzismo: ecco gli effetti deleteri dello sport
laicista'”, ha aggiunto. Nata nel 2008, la Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport
collabora con la “Sezione Chiesa e Sport” del Pontificio Consiglio per i Laici e con
la Conferenza Episcopale Italiana per educare ai valori evangelici attraverso lo sport.
(V.V.)