Mons. Crociata: nei prossimi mesi il picco della crisi. Più aiuti alle famiglie
“Pur vedendo con fiducia i segni di ripresa che pure ci sono, ci stiamo accorgendo
purtroppo che la crisi persiste e rischia di avere nei prossimi mesi il momento più
critico”. “Presumiamo che tante famiglie avranno bisogno e noi arriviamo al momento
necessario con questo segno che a livello nazionale acquista un valore e una consistenza
significativa”. E’ quanto ha affermato mons. Mariano Crociata, segretario generale
della Conferenza episcopale Italiana, in occasione della presentazione del “prestito
della speranza”. Si tratta della prima iniziativa nazionale, resa possibile dall'accordo
tra Cei e Associazione bancaria italiana, che utilizza il credito per il sostegno
al reddito delle famiglie e che coinvolge il sistema delle banche, tra le quali in
primo piano Intesa San Paolo e Banca Prossima. Il servizio di Cecilia Seppia:
Da nord a
sud in Italia gli effetti della crisi economica globale continuano a farsi sentire.
Bersaglio facile nel Bel Paese, come in altre parti del mondo, sono le famiglie numerose,
con 3 o più figli, spesso segnate da situazioni di disoccupazione, malattia o disabilità.
Per questo la Cei, in collaborazione con l’Abi, ha creato il “Prestito della Speranza”,
un aiuto concreto a chi lungi dallo sperperare denaro, già prima della crisi soffriva
per una cronica ristrettezza economica, ma anche un segno tangibile di quella carità
solidale che sempre anima la Chiesa. Ma se la crisi tocca tutti indistintamente, perché
la scelta di destinare questi soldi alle famiglie? Mons. Mariano Crociata
segretario generale della Cei:
“Perché le famiglie
sono il luogo in cui le persone conducono la loro vita ordinaria. La famiglia è il
soggetto umano sociale primario ed è anche il luogo economico fondamentale. E' il
primo ammortizzatore sociale, dove i contraccolpi delle difficoltà economiche possono
primariamente e immediatamente essere vissuti. Sostenere le famiglie significa sostenere
la società, a partire dalla base, dal suo nucleo fondamentale. Quindi è una scelta
razionale dal punto di vista economico, oltre che spontanea e immediata dal punto
di vista umano e dal punto di vista della nostra sensibilità ecclesiale e cristiana,
che vede questa realtà come fondamentale per la crescita della persona”.
Sulla
scia delle numerose iniziative a sostegno dei più deboli, già messe in campo dalle
diocesi, i vescovi italiani propongono, dunque, un intervento mirato e capillare,
che andrà a beneficio di circa 30 mila famiglie attualmente senza reddito. Per loro
un fondo di garanzia di 30 milioni di euro, alimentato dalle donazioni raccolte nelle
parrocchie, che permetterà di erogare per ciascun nucleo un contributo di 500 euro
mensili per un anno, per un totale di 6 mila euro. Dopo la segnalazione delle parrocchie
agli uffici della Caritas o ad altri patronati cattolici, le banche che aderiscono
alla convenzione, avvieranno un breve iter per verificare i requisiti e concedere
il prestito. Un’operazione fuori mercato con procedure estremamente semplici e rapide,
spiega Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa San Paolo, con tassi massimi
d’interesse molto convenienti. Un modello d’intervento paradigmatico, pensato per
ridare speranza alla popolazione, a cominciare dalle famiglie, secondo le parole di
mons. Crociata mirando ad una crescita integrale dell’uomo e del bene comune.