La diocesi di Bangkok appoggia l’agricoltura biologica
Una campagna di sensibilizzazione sugli effetti dannosi provocati dall'uso sconsiderato
dei prodotti chimici nell'agricoltura. È quanto sta organizzando il Centro di azione
sociale dell'arcidiocesi di Bangkok. Chalini Nimitkoblarb, volontario cattolico ora
direttore del Centro di azione sociale per la produzione del riso, ha recentemente
introdotto profondi cambiamenti nella sua azienda agricola. “All'inizio ho avuto alti
rendimenti utilizzando concimi chimici - ha dichiarato — ma dopo alcuni anni la qualità
dei terreni è peggiorata sensibilmente e ho dovuto utilizzare un numero sempre maggiore
di fertilizzanti. Questi, insieme ai pesticidi, sono molto costosi e con i miei guadagni
non riuscivo più a farcela”. Chalini ha iniziato ad avvicinarsi all'agricoltura biologica
partecipando a una sessione di formazione presso il centro di azione sociale nel 1998.
“Dopo aver visitato diverse aziende agricole biologiche — ha proseguito Chalini —
anch'io ho progressivamente ridotto l'uso di prodotti chimici, fino a non usarne più.
Ora la mia terra è diventata fertile e le spese sono diminuite”. Kanchit Yoonan, responsabile
del Centro di azione sociale, da anni è impegnato nella campagna di sensibilizzazione
per fermare l'uso di sostanze chimiche in agricoltura. “All'inizio l'adesione è stata
scarsa — spiega Kanchit nelle pagine de L'Osservatore Romano — ma successivamente,
quando abbiamo spiegato agli agricoltori i benefici del biologico, la risposta è stata
confortante”. Visto il successo di questo centro sociale, l'arcidiocesi di Bangkok
ha intenzione di crearne un altro nella provincia di Ayutthaya. Padre Joseph Phibul,
responsabile della commissione per l'opera sociale della Conferenza episcopale della
Thailandia, ha esortato gli agricoltori “ad avere rispetto per la natura. Dobbiamo
smettere di uccidere la nostra terra utilizzando concimi chimici. Usando prodotti
biologici esprimiamo anche il nostro amore verso il creato e ogni creatura di Dio”.
(V.V.)