Il card. Rodriguez Maradiaga: "Pace per l'Honduras attraverso il dialogo"
L’Honduras stenta a recuperare la normalità dopo la crisi istituzionale che ha portato
alla destituzione il 28 giugno scorso del presidente Manuel Zelaya, attualmente in
Nicaragua. Oggi è intervenuto anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon che
ha offerto il suo “aiuto tecnico” al presidente del Costa Rica, il Premio Nobel per
la pace Oscar Arias, mediatore nella crisi per volere delle Nazioni Unite. La forte
conflittualità tra i sostenitori del presidente deposto e il governo ad interim, varato
dal Congresso honduregno, accresce i timori di nuove violenze. Domenica scorsa la
cattedrale della capitale Tegucigalpa ha subìto un terzo attacco vandalico e almeno
in tre chiese non si è potuto celebrare la Santa Messa a causa della presenza minacciosa
di gruppi incontrollati. Benedetto XVI sta seguendo “con viva preoccupazione gli avvenimenti
dell'Honduras” - come ha detto domenica all’Angelus - invitando tutti i fedeli a “pregare
per quel caro Paese affinché, per l'intercessione materna di Nostra Signora di Suyapa,
i responsabili della Nazione e tutti i suoi abitanti percorrano pazientemente la via
del dialogo, della comprensione reciproca e della riconciliazione”. Il Papa ha chiesto
a tutte le parti di “superare le tendenze particolariste” compiendo ogni sforzo possibile
per “cercare la verità” e “perseguire con tenacia il bene comune” assicurando così
“una convivenza pacifica e un'autentica vita democratica”. E proprio sull’impatto
delle parole del Papa, la nostra collega Patricia Ynestroza ha chiesto una
riflessione all’arcivescovo di Tegucigalpa, il cardinale Oscar Andrés Rodríguez
Maradiaga:
R. – Hemos
sentido una gran alegria… Abbiamo provato una grande gioia: il Santo Padre
ci ha dato tanta forza con quelle parole così piene di saggezza. Logicamente la comunità
cattolica lo ringrazia ed è molto contenta. Tra i seguaci del regime precedente ci
sono anche molti cattolici che agiscono con buona coscienza, perché non hanno tutte
le informazioni. La Chiesa non può schierarsi da nessuna parte. La Chiesa cerca la
riconciliazione, la pace, e cerca soprattutto l’intesa attraverso il dialogo. D.
– Questa intervista sarà ascoltata attraverso le radio locali cattoliche del suo Paese.
Desidera lanciare un messaggio al popolo honduregno? R. – Precisamente
que en el momento... Proprio in questo momento in cui dobbiamo seguire il
Vangelo, la Parola di Dio ci dice chiaramente che chi esercita la violenza perirà
nella violenza e che un regno diviso non può andare avanti. Dobbiamo cercare l’unità
in ciò che è essenziale. I partiti politici possono essere legittimi, possono avere
un diverso modo di pensare, però questo non giustifica affatto la violazione della
legge. A questo punto, volendo tornare indietro scopriremmo che nessuna legge è stata
rispettata anche perché per primo l’ha violata la massima autorità. Credo che sia
molto importante che si torni a Dio, che si esamini il nostro cuore, per svuotarlo
dall’odio e dalla violenza, e che come fratelli honduregni cerchiamo delle vie migliori
per il futuro di questo Paese. Approfitto per chiedere le preghiere di tutti gli amici
degli honduregni, perché nel momento in cui le cose sembrano impossibili, Dio le rende
possibili.