I docenti di economia degli atenei romani a convegno per riflettere sulla “Caritas
in veritate”
“Anche se la Chiesa non ha soluzioni tecniche da proporre ha comunque il dovere di
illuminare la strada da percorrere”. Così il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente
del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, ha aperto ieri a Roma i lavori
del convegno “La nuova Enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI. Itinerari di
ricerca per la cultura universitaria”, organizzato dall’Ufficio per la Pastorale universitaria
del Vicariato di Roma. Destinatari del workshop, i docenti delle facoltà economiche
degli atenei della capitale. Il servizio di Marina Tomarro:
Una risposta
del mondo accademico all’incoraggiamento di Papa Benedetto XVI nella sua ultima enciclica
“Caritas in veritate”, a ricercare attraverso l’economia le vie di uno sviluppo integrale
per il bene comune. Questo l’obiettivo del workshop, che ha visto riuniti i docenti
delle facoltà economiche di Roma. Leonardo Becchetti, docente
di economia politica presso l’Università di Tor Vergata:
“La grande
rivoluzione di questa enciclica è capire che il sistema economico funziona in modo
migliore e va verso lo sviluppo integrale della persona quando riconosciamo l’uomo
nella sua ricchezza, nella sua complessità; e queste stesse cose, oltre che a rendere
felice la persona, sono elementi enormi di fecondità economica. Oggi l’economia dipende
soprattutto dai livelli di fiducia, di condivisione e dalla capacità e dalla qualità
delle relazioni che ci sono tra gli agenti economici. Oggi bisogna sottolineare tutti
questi circoli virtuosi, nei quali i fattori che contribuiscono alla fioritura e alla
realizzazione della persona sono anche fattori che contribuiscono alla fecondità economica”.
E
nell’enciclica, il Santo Padre affronta anche lo spinoso problema dell’attuale crisi
economica e dei possibili nuovi spiragli che s’intravedono attraverso le forme di
economia solidale. Ascoltiamo ancora Leonardo Becchetti:
“Il Papa parla
di micro-finanza, parla di fondi e banche etiche, parla di equo-solidale: in realtà,
credo che sia una legittimazione fondamentale importante; lancia una sfida sia agli
scienziati e ai ricercatori, per sottolineare in maniera rigorosa gli impatti di queste
iniziative ed evidenziare quelli che possono essere i limiti; ma anche un grande riconoscimento
a tutti coloro che, nella concretezza della vita quotidiana, hanno saputo dimostrare
che questa novità è possibile”.
Il Santo Padre ci
ricorda che l’economia, per funzionare correttamente, ha bisogno di un’etica che metta
al centro la persona e non il profitto. Questa è l’unica strada per uscire dalla crisi.
Domenico Bodega, docente presso la facoltà di Economia dell’Università
Cattolica del Sacro Cuore:
“Innanzitutto, la centralità della persona
che riguarda anche la sua libertà, che viene rivalutata e la coniuga con un concetto
di responsabilità; sottolinea l’importanza della gratuità e della sua capacità di
donare, e conferma poi il valore della fraternità, delle leggi sociali, del capitale
umano che viene costruito attraverso il dono”.
E
quindi, così, un’umanizzazione dell’impresa – come auspica Papa Benedetto – diventa
possibile. Leonardo Becchetti:
“Non è solo possibile,
è già realizzata in alcuni tipi d’imprese e in alcuni ambienti. Basta mettere al centro
dell’attività dell’impresa un obiettivo sociale alto: quando questo avviene, le motivazioni
dei lavoratori non sono più solo quelle economiche, ma sono anche motivazioni intrinseche.
Ovviamente, le motivazioni intrinseche non vanno tradite, quindi bisogna anche stare
attenti affinché poi le condizioni economiche dei lavoratori siano quelle giuste e
l’impresa sia sostenibile. Però la grande sfida è questa, e ci sono già moltissimi
pionieri che l’hanno realizzata e vinta”.