Cina: minacce di Al Qaeda per l'uccisione di musulmani uiguri
Resta alta la tensione a Urumqi, capitale della provincia cinese dello Xinjiang, la
regione nord occidentale teatro di accesi scontri tra musulmani di etnia “uigura”
e cinesi “han”. Ieri la polizia ha ucciso due uiguri e un altro è rimasto gravemente
ferito durante un’aggressione. Secondo un ultimo bilancio le vittime di una settimana
di violenza sono 184 e 1.680 i feriti. Minacce oggi giungono anche da Al Qaeda per
il Maghreb Islamico, la filiazione nordafricana del gruppo terrorista, che vuole vendicare
i musulmani uiguri e avrebbe dato ordine ai propri seguaci di attaccare gli operai
e i professionisti cinesi che lavorano nell'Africa settentrionale. Immediata la replica
di Pechino: il governo cinese nei mesi passati ha preso ''diverse misure'' per garantire
la sicurezza dei cittadini cinesi all'estero”, ha dichiarato un portavoce del ministero
degli Esteri.
Somalia Sarebbero due giornalisti francesi gli uomini
rapiti questa mattina da dieci miliziani armati nel Sahafi Hotel della capitale somala,
Mogadiscio. La notizia è stata diffusa dall’emittente inglese BBC su testimonianza
di un dipendente dell'albergo, una struttura che spesso ospita giornalisti stranieri
e ministri del governo somalo. Al momento non si ha nessuna traccia o notizia dei
rapitori, che si pensa siano esponenti di al Shabaab, il gruppo integralista islamico
ritenuto collegato ad al Qaeda. Il gruppo è alla testa dell'insurrezione contro il
governo somalo moderato, internazionalmente riconosciuto.
Iran-Usa-RussiaMosca
non rafforzerà le sanzioni contro Teheran in cambio di un accordo con gli Stati Uniti
sul disarmo nucleare per rinnovare il trattato Start 1, in scadenza a fine anno. A
riferirlo l'agenzia russa Interfax, che ha citato una fonte del ministero degli Esteri
russo.
Iran Ancora la tragedia della condanne a morte in Iran, dove
tredici membri di un gruppo armato separatista sunnita sono stati impiccati nel carcere
di Zahedan, nel sud-est del Paese. Le esecuzioni, contrariamente a quanto accade di
solito, non sono avvenute in una pubblica piazza.
Russia-Georgia Prima
visita ieri in Ossetia del Sud per il presidente russo Medvedev. Una giornata nella
quale – ha detto il capo del Cremlino – si sono poste le basi per avviare relazioni
amichevoli. Mosca, che ha riconosciuto l’indipendenza dell’Ossetia dalla Georgia dopo
il conflitto dello scorso anno, ha assicurato sostegno militare e appoggio nella ricostruzione.
Immediata la reazione della Georgia che ha condannato la visita di Medvedev nella
Repubblica separatista. Per il presidente del Parlamento, David Bakradze, si tratta
di “un passo diretto contro lo Stato georgiano”.
Stati Uniti Sarà
una dottoressa afroamericana che ha dedicato la sua vita agli indigenti il nuovo supervisore
della salute degli Stati uniti. È l’ultima nomina dell’amministrazione Obama, che
ha voluto per questo incarico Regina Benjamin, 52 anni, un medico che da anni cura
gratuitamente i pazienti più poveri dell’Alabama, in un ambulatorio prima devastato
dall’uragano Katrina e successivamente ricostruito. Pakistan Almeno
23 talebani sono stati uccisi dalle forze governative pakistane nel corso di scontri
nella zona tribale del distretto di Bajaur, al confine con l’Afghanistan. La zona,
considerata il rifugio delle milizie di Al Qaeda è da mesi teatro della vasta offensiva
delle truppe governative antitalebane. Intanto, nella stessa Valle dello Swat, gruppi
di sfollati pachistani stanno rientrando nelle loro case. Sono circa 2 milioni i profughi
fuggiti dalla guerra solo dal mese di aprile. Sempre nella zona nord-occidentale del
Pakistan alcuni militanti talebani hanno attaccato stamane un convoglio che trasportava
carburante per le forze Nato in Afghanistan uccidendo due persone che si trovavano
a bordo del veicolo. Nigeria I ribelli nigeriani del Mend, il Movimento
per l'emancipazione del delta del Niger, hanno esteso oggi per la prima volta i propri
attacchi dalle zone petrolifere del sud all'ex capitale Lagos, uccidendo cinque operai
di un terminal portuale per petroliere. L'ennesimo attentato è avvenuto a poche ore
dal rilascio, oggi, per un'amnistia presidenziale, di Henry Ocah, uno dei leader del
maggiore gruppo armato della Nigeria.
Immigrazione-Spagna Non si
arresta il dramma dell’immigrazione clandestina. È di tre morti il bilancio delle
vittime del mare a largo delle isole canarie, in Spagna, dove nella notte è morto
anche un terzo immigrato arrivato ieri su un barcone al porto di El Hierro con altri
67 compagni di viaggio, tutti di origine sub sahariana. A darne notizia è la stampa
spagnola. Un altro cadavere era stato trovato già ieri all'arrivo in porto e una persona
era morta sull’isola, mentre altre cinque erano state trasferite in ospedale in condizioni
di grave ipotermia.
G8 dell'Aquila Continua a far discutere la decisione,
emersa dal recente vertice del G8 de L’Aquila, di stanziare 20 miliardi di dollari
in favore dello sviluppo dei Paesi africani più bisognosi. Un impegno finanziario
che appare molto ridotto rispetto agli investimenti che i Paesi più ricchi hanno messo
in atto per far fronte ai danni della crisi nei propri sistemi economici. A Nora
McKeon, portavoce della Campagna Italia-Africa, Stefano Leszczynski ha
chiesto se le misure che verranno adottate per lo sviluppo in Africa sono sufficienti.
R. – L’attuale
situazione di insicurezza alimentare in Africa è stata provocata da tre decenni di
politiche agricole sbagliate e nello stesso tempo dall’apertura dei mercati africani
ad una competizione falsata con il resto del mondo. Per cui, se si volessero affrontare
seriamente i problemi della sicurezza alimentare in Africa, prima ancora di parlare
di investimenti, bisognerebbe valutare come aggiustare le politiche agricole nazionali
e regionali africane, in maniera tale che rispondano alle esigenze ed ai bisogni del
continente. Questa è la prima cosa: dare ai Paesi africani lo spazio politico per
poter sostenere la loro agricoltura e poter costruire e difendere i loro mercati interni.
D.
– Allo stesso tempo, però, fa un po’ meraviglia il paragonare l’esiguità degli aiuti
che vengono promessi per l’Africa di fronte all’enormità di soldi che sono stati invece
investiti, da parte degli Stati più ricchi, per salvare le proprie economie.
R.
– Sì, certamente: questo è evidente, questo viene fatto notare anche in una recente
Dichiarazione firmata dalle organizzazioni contadine africane. Ma fa anche impressione
pensare agli ingenti investimenti tecnologici nell’ambito della cosiddetta rivoluzione
verde, dietro la quale troviamo – ovviamente – le grandi multinazionali con gli ogm
e con una visione dello sviluppo agricolo che è assolutamente il contrario di quello
auspicato dalle organizzazioni contadine africane e dalla società africana.
D.
– Una posizione un po’ ambigua che è venuta fuori da quest’ultimo vertice al quale
– tra l’altro – erano presenti alcuni Stati africani, è quella di dire: ‘Se l’Africa
è in queste condizioni, non sono tutte responsabilità nostre; forse qualche responsabilità
africana c’è’ …
R. – E’ assolutamente tempo che l’Africa
si assuma le proprie responsabilità; e proprio quando si parla di investimenti, loro
guardano non tanto agli aiuti che vengono da fuori, quanto al fatto che gli Stati
africani già nel 2003, a Maputo, si erano impegnati a dedicare almeno il 10 per cento
del loro budget nazionale all’agricoltura, un settore che dà da vivere all’80 per
cento della popolazione africana, mentre adesso la media si aggira intorno al 4,5
per cento del Pil.(Panoramica internazionale a cura di Linda Giannattasio)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 195 E'
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