2009-07-13 14:37:45

Iraq: attacchi contro le chiese per far sparire i cristiani


Proseguono gli attacchi in Iraq contro i luoghi di culto cristiani: colpite sei chiese a Baghdad, una stamane a Mosul, nel nord del Paese, dove è scattato il coprifuoco. Intanto ci si interroga sui perché di questa nuova ondata di violenza. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Sono 4 i morti e almeno 34 i feriti nei sei attentati - e non 5 come riferito in precedenza - contro chiese cristiane di Baghdad, avvenuti tra sabato e domenica, in tutte le aree della città, l’ultimo attacco ieri sera intorno alle 23 locali contro la chiesa di San Giuseppe nel quartiere occidentale. Tra le chiese colpite anche quella di Santa Maria, dove officia mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare caldeo nella capitale irachena. Nella serata di ieri anche l’agguato mortale contro Aziz Razqo Nisan, esponente di spicco della comunità cristiana di Domiz, nei pressi di Kirkuk. E stamane la notizia di un’autobomba esplosa a Mosul, nel quartiere di Faisalia, cha ha colpito sia la chiesa cristiana della Madonna di Fatima, che l’adiacente moschea sciita, senza fortunatamente provocare vittime. Da registrare poi un ordigno piazzato sul ciglio di una strada nella provincia di Dhi Qar, nel sud dell’Iraq, che ha mancato di poco l’auto sulla quale viaggiava ieri l’ambasciatore statunitense Christopher Hill. Azione che arriva a due settimane dal ritiro delle truppe Usa dalle città irachene. Ci si interroga intanto - senza certezze - sui perché di questa recrudescenza di attentati. C’è chi ipotizza la mano esterna di Al Qaeda e chi avanza un legame con le prossime elezioni provinciali nel Kurdistan irakeno, come dire un avvertimento lanciato agli elettori cristiani.
 
Gli attentati contro i cristiani sono attacchi perpetrati contro l’intero popolo iracheno: ne è convinto il corepiscopo Philip Najim, visitatore apostolico per i fedeli caldei in Europa, intervistato dal collega Christopher Altieri del programma inglese della nostra emittente:RealAudioMP3

R. – E’ un attacco disumano fatto per rallentare il processo di pace e la stabilità del Paese; cercano di creare questa grande paura, dentro i cristiani, affinchè lascino il Paese. Gli attacchi, però, sono stati fatti anche a Mosul: una moschea, che si trovava vicino alla chiesa, è stata danneggiata insieme alla chiesa stessa. E’ chiaro che questi attacchi vengono fatti proprio contro le etnie che compongono il popolo iracheno; perciò è un attacco contro l’Iraq e contro il suo popolo che un giorno potrebbe reinserirsi di nuovo nel consesso della comunità internazionale.
 
D. – Da poco le truppe americane si sono ritirate dalle strade delle principali città irachene; questo potrebbe far sembrare questi recenti episodi come crimini compiuti da gruppi la cui forza è ormai spenta. Lei ha quest’impressione o teme ancora una nuova ondata di violenza?
 
R. – Hanno certamente usufruito di questo ritiro delle truppe americane dalle città. Sono di certo delle ‘forze oscure’: questi bombardamenti, questi attacchi non sono mai fatti dallo stesso popolo iracheno, perché i musulmani e i cristiani hanno vissuto sempre in un clima di tolleranza in Iraq, sono sempre stati un popolo unito ed hanno costruito insieme il Paese. I cristiani sono anche iracheni.
 
D. – Lei in passato ha parlato del fatto che attacchi di questo tipo spesso hanno obiettivi di tipo religioso, ma ha detto anche che forse talora sono più mirati contro l’intellighenzia dell’Iraq…
 
R. – Certamente, perché abbiamo visto che tantissimi iracheni, professionisti del mondo culturale e scientifico hanno lasciato il Paese; sono stati attaccati professori universitari, medici, ingegneri ed addirittura sono state attaccate le università stesse, le scuole, per colpire anche quei giovani che vogliono continuare la loro vita seguendo una strada normale per poter avere un futuro migliore. Si riconosce perciò la natura di questi attacchi, che mirano proprio alla comunità irachena. Ecco quindi che queste ‘forze oscure’ non fanno altro che rallentare il futuro di questo Paese, perché se andiamo avanti così ci si ferma. Ci sono migliaia e migliaia di persone che lasciano l’Iraq perché hanno perso qualsiasi opportunità ed ogni speranza di poter ancora vivere qui. Purtroppo, anche qui la comunità internazionale deve intervenire per porre fine a questi attacchi che sta subendo il popolo iracheno, che è innocente e che sta soffrendo ormai questa situazione da molti anni.







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