2009-07-11 15:30:22

Tarso: i cristiani attendono il permesso di pregare nella Chiesa di San Paolo


Record di pellegrini cristiani per la Chiesa dell’Apostolo delle genti nell’Anno Paolino: sono stati 416 i gruppi di fedeli, provenienti da 30 Paesi, che hanno visitato la città natale dell'Apostolo di Tarso. Per l’occasione, le autorità turche hanno assicurato una speciale licenza, perché nel tempio del VI secolo si potessero svolgere la Messa e altri servizi. Questo, perché il luogo di culto era stato trasformato in museo nel 1943 dal Governo, che si era impadronito del luogo. Tra l’altro, chi voleva partecipare alla Messa, doveva pagare il biglietto d'ingresso per assistere alle celebrazioni liturgiche. Adesso i cristiani turchi sono in attesa dell’estensione del permesso, senza restrizioni, per pregare nella Chiesa. "Sono fiducioso che la Chiesa di Tarso possa presto passare da museo a centro di pellegrinaggio spirituale", ha confessato il vescovo Luigi Padovese, vicario apostolico per l'Anatolia. "Per la prima volta i musulmani turchi hanno visto i cristiani non come turisti, ma come pellegrini in preghiera", ha detto il vescovo all'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che si occupa dei cristiani perseguitati e sofferenti, aggiungendo che la devozione di quanti si sono recati nei luoghi paolini ha colpito molto il popolo turco. "È ormai chiaro che San Paolo sarà venerato a Tarso e che il luogo in cui è nato non sarà considerato solo un museo dai cristiani". Le difficoltà riguardanti i servizi nella chiesa di San Paolo fanno parte di problemi più complessi che la minoranza cristiana in Turchia si trova a dover affrontare. I 500mila cristiani turchi, che rappresentano meno dell'1% della popolazione, subiscono spesso discriminazioni e vessazioni, un problema aggravato dal fatto che la loro religione appare sulla carta d'identità. Il vescovo Padovese ha chiesto ai cristiani europei di continuare a esercitare pressioni affinché in Turchia ci sia una maggiore libertà religiosa, affermando che nel Paese "si può spesso ottenere di più dal di fuori, che dal di dentro". Le richieste per la fine delle restrizioni al culto cristiano sono giunte da figure di spicco come il cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia. Per mons. Padovese "una certa pressione pubblica è utile, ma solo se nasce dall'amore per la Turchia e da un autentico desiderio che la libertà religiosa possa aumentare nel Paese". (A.D.G.)







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