Honduras: per il cardinale Rodriguez Maradiaga il dialogo è la via giusta
“Per uscire dalla crisi politica in Honduras, la via giusta è il dialogo, ma non credo
che il presidente Zelaya possa tornare”: lo afferma il cardinale Óscar Rodriguez Maradiaga,
arcivescovo Tegucicalpa. In un’intervista rilasciata alla testata on line spagnola
www.paginasdigitale.es, il porporato ha commentato l’attuale situazione politica del
Paese, dopo il colpo di Stato del 28 giugno scorso. Quel giorno, infatti, i militari
hanno arrestato il capo di Stato, conducendolo di forza in Costa Rica. All’origine
del golpe, la decisione di Zelaya di indire un referendum illegale per modificare
la Costituzione. “L’11 giugno – rivela nell’intervista il cardinale Rodriguez Maradiaga
- la Conferenza episcopale dell’Honduras ha avuto un colloquio di tre ore e mezza
con il presidente”. I presuli erano sicuri di aver convinto il capo di Stato a non
realizzare il referendum, fissato per il 28 giugno. “Non è facile uscire da questa
situazione – continua il cardinale Rodriguez Maradiaga – il dialogo è la via giusta,
ma non crediamo che Zelaya possa tornare e ricoprire un ruolo governativo, tanto più
che restano alcuni interrogativi: quale governabilità può esserci in un Paese che
viene diviso, diffondendo la lotta di classe?”. Quindi, il porporato sottolinea che
“c’è ancora molta violenza nelle strade, seminata dai sostenitori di Zelaya, che danneggiano
le proprietà private e scrivono frasi ingiuriose sui muri”. Quanto alla formazione
di un nuovo governo, il cardinale Rodriguez Maradiaga si domanda: “Con chi potrebbe
governare Zelaya? È stato dimostrato che molti dei suoi ministri sono corrotti e alcuni
di loro hanno procedimenti penali in corso”. “Esiste l’autorità giuridica e l’autorità
morale – continua l’arcivescovo honduregno – La prima è stata violata più volte da
Zelaya, come hanno riscontrato i Tribunali. La seconda è stata messa a rischio da
tutte le bugie riportate sui mass media internazionali”. Poi, il cardinale si sofferma
sulla mediazione portata avanti in Costa Rica per aiutare l’Honduras ad uscire dalla
crisi politica: “Mi sembrano negoziati saggi – afferma il porporato – Non era conveniente
mettere a confronto sin da subito le parti in causa. Chiediamo tutti a Dio che si
possa andare avanti, cercando il bene dell’Honduras”. Più critico, invece, il giudizio
sul comportamento degli Stati Uniti e dell’OSA, l’Organizzazione degli Stati Americani:
“Credo – dice il cardinale Rodriguez Maradiaga – che alcuni senatori e rappresentanti
del Congresso abbiano sfumato le loro opinioni originali. Lo stesso si è visto all’interno
della Segreteria di Stato americana. L’OSA, invece, è stata molto precipitosa”. Infine,
rispondendo alla domanda sulla costruzione del bene comune, il porporato, sottolinea
che “esaminando la legge finanziaria per il 2009, mai presentata al Congresso, l’opinione
pubblica è stata informata sulle spese esorbitanti effettuate per promuovere il referendum
illegale. Negli ultimi mesi dello scorso anno e nei primi del 2009, alla popolazione
sono state promesse molte cose che sarà impossibile realizzare e che potranno scatenare
ulteriori violenze”. “Il fatto più preoccupante – conclude l’arcivescovo honduregno
– è l’intromissione del Venezuela che, senza alcun rispetto per l’Honduras, vorrebbe
imporre il suo progetto totalitario a tutta la zona costiera”. (I.P.)