Violenze in Afghanistan, l'analisi di Alberto Negri
Ancora violenze in Afghanistan. Dopo il gravissimo attentato di ieri nella provincia
di Logar, costato la vita a 25 persone, tra cui quattro poliziotti e alcuni bambini,
è stata resa nota la morte di due soldati britannici, uccisi ieri nel corso di due
distinte operazioni contro la guerriglia nel sud. Sulla situazione nel Paese, che
si avvicina alle elezioni presidenziali del 20 agosto prossimo, Giancarlo La Vella
ha raccolto l’analisi di Alberto Negri, inviato speciale del quotidiano Il
Sole 24 Ore, raggiunto telefonicamente a Kabul:
R. - Soltanto
pochi giorni fa gli americani avevano lanciato quella che nei loro comunicati era
la più grande operazione aviotrasportata dai tempi della guerra del Vietnam. Vedremo
se sarà effettivamente così. Se andiamo a vedere poi sul terreno quello che sta succedendo,
in realtà, nella valle di Helmand, notiamo che gli americani stanno entrando in alcune
zone dove non erano stati. Ma non trovano i talebani a contrastarli, se non dei piccoli
gruppi distaccati. Si tratta di un’operazione che viene fatta per l’elezione del 20
agosto, nel tentativo di far riaprire i seggi anche lì, ma non è un’operazione che
porta a colpire in maniera forse significativa la guerriglia. Tant'è vero che questa
guerriglia entra continuamente in azione in varie zone del Paese. Questo dà la misura
di che difficoltà ci siano, in effetti, nel controllo di questo Paese. D.
– Oltre all’avvicinarsi delle elezioni, secondo te, si è voluto in qualche modo lanciare
un messaggio ai grandi del mondo riuniti a L’Aquila per il G8? R.
– L’impressione è che i grandi del mondo non abbiano una grande visione di quello
che sta accadendo in Afghanistan, che peraltro è una situazione molto complessa. La
realtà è che, in questo momento, la maggior parte delle truppe internazionali sono
sotto pressione per cercare di preparare il terreno a queste elezioni, in una situazione
in cui la guerriglia controlla più o meno il 50% del territorio. La realtà è che questa
offensiva è stata lanciata dagli americani, con l’intenzione di proteggere la popolazione
e di far capire che c’è uno Stato afghano e che, in qualche modo, le truppe internazionali
sono lì anche per portare uno sviluppo economico. Bisognerà vedere se quest’operazione
avrà successo.