L’umanesimo cristiano al servizio dello sviluppo integrale della persona: il commento
del prof. Bruni sull’Enciclica “Caritas in veritate”
A due giorni dalla pubblicazione, l’Enciclica “Caritas in veritate” di Benedetto XVI
è sempre in primo piano sui media internazionali che sottolineano come questo documento
pontificio possa anche fungere da “guida” per il G8 dell’Aquila. Per una riflessione
sui passaggi più significativi dell’Enciclica, Fabio Colagrande ha intervistato
il prof.Luigino Bruni, docente di economia politica all’Università
di Milano Bicocca e professore all'Istituto universitario "Sophia" del Movimento dei
Focolari a Loppiano:
R. – E’ molto
importante questa Enciclica, perché è una pietra miliare di questo momento di riflessione
sul mercato, sulla vita in comune, sul senso della finanza nell’impresa. Mai come
in questo momento il mercato è sottoposto, da una parte, a esaltazioni di chi lo vede
come l’unica forma di rapporto davvero libero e civile, e dall’altra chi lo vede come
luogo di contaminazione delle virtù civili e di corruzione della morale. In realtà,
la linea del Papa è una linea coerente con tutto il grande umanesimo cristiano, con
le tradizioni dell’economia civile, che vede il mercato come un luogo della vita in
comune non sempre buono e non sempre negativo ma, come tutti gli ambiti della vita
in comune, assume i tratti delle persone che lo abitano. Quindi, a me sembra un grande
messaggio di speranza, un grande messaggio che non può che essere accolto con grande
simpatia, con grande positività da tutti coloro che come me ed altri operano nei mercati,
nella politica, nella finanza.
D. - Qual è uno degli
aspetti che l’ha colpita della “Caritas in veritate”?
R.
– In particolare, quello che mi ha colpito molto è questa esigenza, questo richiamo
forte all’unità della vita. In fondo, noi ci portiamo dietro dal mondo greco alcuni
grandi dicotomie - corpo e anima, vita spirituale e vita materiale - e una delle ultime
dicotomie che restano ben forti e ben salde nella modernità: proprio quella tra il
dono e il mercato, tra gratuità ed economia. Come se le cose belle e alte della vita
non potessero passare per la sfera economica, anzi se ci passano ne escono contaminate.
In realtà, l’inizio dell’Enciclica è fondamentale, cioè che l’amore, la carità, l’agape
è la fonte al tempo stesso della vita spirituale e dell’impegno politico ed economico.
Le prime righe dell’Enciclica cominciano esattamente così: “E’ la carità che ispira
l’impegno per lo sviluppo, l’impegno per l’economia, l’impegno per la politica”. Questo
è straordinario perché si riunifica una dimensione della vita che è quella economica
con l’altra che è quella civile, spirituale, o umanistica in senso ampio. Cioè, il
Papa ci dice: si può essere pienamente umani, pienamente cristiani impegnandosi per
la famiglia, impegnandosi per la comunità, impegnandosi per la vita più spirituale
ma si può vivere perfettamente la stessa carità, lo stesso amore, impegnandosi in
politica e impegnandosi in economia. A me questo sembra un messaggio di straordinaria
speranza e di grandissima attualità, proprio oggi che il mercato tende ad invadere
tutte le sfere della vita noi possiamo difenderci sicuramente come fanno tanti che
hanno paura del mercato e lo tengono ben distante. Oppure, possiamo "contaminarlo"
con la carità, lo possiamo cambiare, lo possiamo sfidare dal di dentro, facendolo
diventare un luogo pienamente umano perché irrorato da quello che il Papa definisce
il “principio di gratuità”, il “principio di reciprocità” che può essere vissuto anche
nelle imprese anche nel mercato.