Il cardinale Tauran dopo l’incontro interreligioso in Kazakhstan: le religioni
sono fattore di pace e di solidarietà
Individuare i valori per un’etica universale al servizio della famiglia umana: è uno
degli auspici espressi dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio
Consiglio per il Dialogo Interreligioso, alla terza edizione del Congresso dei leader
delle religioni mondiali e tradizionali, svoltosi nei giorni scorsi ad Astana, in
Kazakhstan. Intervistato da Hélène Destombes, il cardinale Tauran si sofferma
sul significato di questo incontro:
R. – C’est
une occasion de faire le point, tous les deux-trois ans, sur l’état de la … E’
l’occasione per fare il punto, ogni due-tre anni, sullo stato della libertà religiosa
non solo in Kazakhstan – dove la situazione è relativamente soddisfacente – ma nel
mondo in generale e in particolare nel continente asiatico. Si è trattato di un incontro
tra amici, direi, perché le persone si conoscevano, l’atmosfera era di grande spontaneità
… Quello che colpisce, in Kazakhstan, è l’apertura spirituale. C’è una chiesa locale
piccola che dà però grande testimonianza della sua vitalità, con mezzi limitati ma
con grande dignità … Abbiamo potuto redigere una dichiarazione comune nella quale
si parla, ovviamente, della libertà di religione, in particolare del diritto di praticare
la propria fede in pubblico e in privato; abbiamo anche sottolineato il fatto che
le religioni sono fattori di pace e non di separazione. Abbiamo ribadito poi la necessità
di evitare di manipolare la religione per fini politici … nell’insieme, vorrei dire
che si è trattato di un incontro positivo.
D. – Gli
ortodossi sono una buona presenza, in Kazakhstan. Quali sono i rapporti con i cattolici,
per quanto riguarda il dialogo ecumenico?
R. – Il
y a des bonnes relations, mais j’ai personnellement regretté … I rapporti
sono buoni, anche se personalmente mi è dispiaciuto – e l’ho detto agli organizzatori
della conferenza, perché questo incontro è stato organizzato dallo Stato – che non
siano sufficientemente coinvolti gli ortodossi. Credo che questo sia un aspetto importante.
Ma spesso ho constatato che questi piccoli problemi che noi avvertiamo non sono dovute
alla malafede o ad una sorta di prevenzione nei riguardi dei cristiani, ma soprattutto
ad una carente conoscenza. Nel comitato preparatorio è presente sempre un cristiano,
ed è opportuno chiedere loro un consiglio perché per gli organizzatori è difficile
comprendere – per esempio – in quale misura debba essere rappresentata la Chiesa ortodossa,
quella luterana, quella calvinista: è tutto un po’ complicato, quando non si è cristiani
…
D. – Qual è oggi, a 20 anni dall’indipendenza del
Paese, l’aiuto che le religioni possono apportare alla società kazaka, ancora in fase
di costruzione?
R. – Je pense d’abord à l’aide des
valeurs comme la valeur du travail, de l’honnêteté … Penso innanzitutto
all’aiuto che possono dare, in modo molto semplice, valori come il lavoro, l’onestà,
la solidarietà, la religione, la pietà personale …