Ancora violenze nello Xinjang. Le autorità minacciano la pena di morte
Sta assumendo proporzioni gravissime la situazione di violenze e tensioni nello Stato
cinese nord-occidentale dello Xinjang. Da giorni l’etnia minoritaria “uighura”, di
fede musulmana, e quella cinese “han” si scontrano in piazza e, proprio secondo fonti
uighure, i morti sarebbero già oltre 800. Il governo parla invece di 156 morti. Ieri
le autorità avevano proclamato la pena di morte per i responsabili di omicidio e di
altre gravi violenze. Anche oggi il presidente Hu Jintao, rientrato precipitosamente
dall’Italia, ha annunciato pene severe per i responsabili delle violenze. Nelle ultime
ore si parla di situazione sotto controllo nella capitale Urumqi, ma si attendono
nuovi disordini. Sulla violazione dei diritti umani nella regione Roberta Rizzo
ha raccolto l’appello di Paola de Pirro, coordinatrice per Cina e Tibet di
Amnesty International.