Pubblicato il Motu proprio "Ecclesiae unitatem" con il quale il Papa ristruttura la
Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", incaricata dei rapporti con i lefebvriani
Con un Motu Proprio Ecclesiae unitatem, datato 2 luglio 2009 e reso noto oggi,
Benedetto XVI ha provveduto alla ristrutturazione della Pontificia Commissione Ecclesia
Dei, che Giovanni Paolo II istituì nel 1988 all’indomani della scomunica inflitta
all’arcivescovo Marcel Lefebvre e ai quattro vescovi della Fraternità San Pio X ordinati
dal presule francese senza mandato pontificio. Nella nuova configurazione, la Commissione
Ecclesia Dei è strettamente collegata alla Congregazione per la Dottrina della
Fede, il cui prefetto - il cardinale William Joseph Levada - è stato contestualmente
nominato dal Papa presidente della medesima Commissione. I particolari del documento
nel servizio di Alessandro De Carolis:
Una decisione
assunta “per mostrare paterna sollecitudine verso la ‘Fraternità San Pio X’ al fine
di ritrovare la piena comunione con la Chiesa”. Sta in questa dichiarazione finale
di Benedetto XVI l’essenza del Motu proprio Ecclesiae unitatem con il quale
il Papa ha ridisegnato la struttura e l’organigramma della Commissione Ecclesia
Dei, dando seguito peraltro a un’intenzione già annunciata nel precedente Motu
proprio del 2007, il Summorum Pontificum. Nel documento, in tre punti, Benedetto
XVI stabilisce il nuovo volto della Commissione, 21 anni dopo la sua istituzione voluta
da Papa Wojtyla: primo, il presidente della Commissione è il prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede. Secondo, la nuova struttura viene dotata di un suo segretario
e di suoi officiali. Terzo, presidente e segretario sottoporranno “allo studio e al
discernimento” del dicastero per la Dottrina della fede “i principali casi e le questioni
di carattere dottrinale”. Questo poiché - afferma Benedetto XVI - di “natura essenzialmente
dottrinale” sono i “problemi” che persistono con la Fraternità San Pio X e finché
tali questioni “non saranno chiarite”, impediranno ai ministri della Fraternità di
possedere “uno statuto canonico nella Chiesa” e “di esercitare in modo legittimo alcun
ministero”. Nel testo del Motu proprio, diffuso in latino e
in italiano, Benedetto XVI ricorda anzitutto la finalità con la quale nel 1988 venne
istituita la Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”: ovvero, quella di “facilitare
la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi
e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da Mons. Lefebvre”,
pur conservando le loro “tradizioni spirituali e liturgiche”, secondo il Protocollo
firmato nel maggio dell’88 dall’allora cardinale Ratzinger e dallo stesso Mons. Lefebvre”.
A questo proposito, il Papa rammenta anche la facoltà di usare il Missale Romanum
del 1962 concessa due anni fa con il Motu proprio Summorum Pontificum, da intendersi
- ribadisce - in quella duplice linea di servire la “comunione universale della Chiesa”
e al contempo di compiere “ogni sforzo perché a tutti quelli che hanno veramente il
desiderio dell'unità sia reso possibile di rimanervi o di ritrovarla”. Anche la recente
remissione della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani, lo scorso 10 marzo, è stato
- prosegue il Papa - un provvedimento adottato per “liberare le persone dal peso di
coscienza rappresentato dalla censura ecclesiastica più grave”, nello “stesso spirito
e con il medesimo impegno di favorire il superamento di ogni frattura e divisione
nella Chiesa e di guarire una ferita sentita in modo sempre più doloroso nel tessuto
ecclesiale”. In un comunicato diffuso in occasione dell’Ecclesiae unitatem,
il cardinale William Levada, nella sua nuova veste di presidente della Commissione
Ecclesia Dei, in aggiunta a quella di prefetto della Congregazione per la Dottrina
della Fede, ha espresso gratitudine a Benedetto XVI “per la fiducia mostrata con questa
decisione”, assicurandolo sull’impegno “per il dialogo dottrinale con la Fraternità
Sacerdotale di San Pio X”. Anche il Papa, da parte sua - informa il comunicato - “ha
vivamente ringraziato” con una sua Lettera autografa il precedente responsabile della
Commissione, il cardinale Darío Castrillón Hoyos, per la sua “grande dedizione al
lavoro della Commissione Ecclesia Dei”. E un saluto di ringraziamento del Pontefice
per il tramite del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, è stato rivolto
a Mons. Camille Perl "per tanti anni di servizio alla medesima Commissione". Lo stesso
cardinale Levada si è unito ai riconoscimenti, estendendoli a tutto il precedente
staff della Commissione, “il cui lavoro – si legge nella nota ufficiale - sarà ora
ripreso dai Membri della Congregazione per la Dottrina della Fede nonché da esperti
scelti secondo le necessità per studiare questioni particolari”. Infine, il comunicato
chiude con il benvenuto del cardinale Levada a mons. Guido Pozzo, nuovo segretario
della Commissione, finora, aiutante di studio dell’Ufficio Dottrinale della Congregazione
per la Dottrina della Fede e segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale.