Il Papa all'udienza generale dedicata alla nuova Enciclica: occorrono uomini retti
nella politica e nell’economia. La preghiera per i leader del G8
Preghiamo per i leader del G8 riuniti a L’Aquila: questo l’invito di Benedetto XVI
rivolto ai fedeli riuniti stamane nell’aula Paolo VI in Vaticano per l’udienza generale,
che è stata dedicata dal Papa alla nuova Enciclica Caritas in veritate, presentata
ufficialmente ieri. Il servizio di Roberta Gisotti.
La carità
nella verità è “la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona”,
attorno a cui “ruota l’intera dottrina sociale della Chiesa”, ha premesso Benedetto
XVI:
"Solo con la carità, illuminata dalla ragione e dalla fede,
è possibile conseguire obiettivi di sviluppo dotati di valenza umana e umanizzante".
Due
i criteri fondamentali dell’Enciclica “la giustizia” parte integrante di un amore
“coi fatti e nella verità” ed “il bene comune”, “legato al vivere sociale delle persone”.
Sono temi di “vitale interesse - ha sottolineato il Papa - per l’umanità del nostro
secolo”, quando la cronaca degli ultimi mesi dimostra ampiamente come “lo scandalo
di diseguaglianze clamorose” permanga “nonostante gli impegni presi nel passato.”
Da una parte - ha osservato il Santo Padre - sono i “segni di gravi squilibri sociali
ed economici”, dall’altra sono le “riforme non più procrastinabili per colmare il
divario nello sviluppo dei popoli. E se la globalizzazione può “costituire una reale
opportunità” occorre “un profondo rinnovamento morale e culturale”:
"Un
futuro migliore per tutti è possibile, se lo si fonderà sulla riscoperta dei fondamentali
valori etici".
L’Enciclica non offre “soluzioni tecniche”, ha chiarito
il Papa, ma ricorda “grandi principi” indispensabili: l’attenzione alla vita dell’uomo,
“centro di ogni vero progresso”; “il rispetto alla liberta religiosa”, “sempre collegato
con lo sviluppo dell’uomo”; il rigetto di una visione dell’essere umano “assoluto
artefice del proprio destino”, poiché “un’illimitata fiducia nelle potenzialità tecnologiche
si rivelerebbe alla fine illusoria”.
"Occorrono uomini retti tanto
nella politica quanto nell’economia, che siano sinceramente attenti al bene comune". Tra
le emergenze mondiali Benedetto XVI ha posto anzitutto il "dramma della fame e dell’insicurezza
alimentare, che investe una parte considerevole dell'umanità."
"Un
dramma di tali dimensioni interpella la nostra coscienza: è necessario affrontarlo
con decisione, eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo
agricolo dei Paesi più poveri".
Si è detto convinto il Papa che
vada “rivalutato il ruolo e il potere politico degli Stati”, limitati nella loro
sovranità nel “nuovo contesto economico-commerciale e finanziario” globale. Ha invocato
poi “la responsabile partecipazione dei cittadini alla politica nazionale e internazionale,
grazie pure a un rinnovato impegno delle associazioni dei lavoratori” ed ha rivendicato
per i media “un ruolo di “primo piano” al fine di potenziare il dialogo “tra culture
e tradizioni diverse”. Tutti sono chiamati a raggiungere questi obiettivi, “economisti,
politici, produttori e consumatori”, laddove “i diritti presuppongono corrispondenti
doveri” per non trasformarsi “in arbitrio.”
Del resto
“l’economia - ha ribadito Benedetto XVI - ha bisogno dell’etica per il suo corretto
funzionamento; e cosi anche nell’economia di mercato “la regola non può essere solo
il profitto”. Di fronte a problematiche tanto vaste e profonde del mondo di oggi,
Benedetto XVI ha ipotizzato “un’Autorità politica mondiale regolata dal diritto”,
che si attenga a principi di sussidiarietà e solidarietà”, “nel rispetto della grandi
tradizioni morali e religiose dell’umanità.”
Infine
l’invito di Benedetto XVI a pregare per i capi di Stato e di governo del G8 riuniti
a L’Aquila. "Da questo importante summit mondiale
possano scaturire decisioni ed orientamenti utili al vero progresso di tutti i Popoli,
specialmente di quelli più poveri".
Al termine dell’udienza, Benedetto
XVI ha ricevuto, in una saletta attigua l’Aula Paolo VI, le consorti dei leader politici
del G8, accompagnate dalle ministre italiane, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini.
Presenti all’incontro le mogli del presidente messicano Calderon, del presidente sudafricano
Zuma, del premier britannico Brown, del premier indiano Singh, del primo ministro
svedese Reinfeldt, del presidente della Commissione europea Barroso, oltre ad una
responsabile nigeriana dell'agenzia Ifad. Dopo l’incontro, le first ladies
si sono recate ai Giardini Vaticani, passando per la Grotta di Lourdes e sono poi
entrate nella Basilica di San Pietro.