I missionari dell’Associazione “Pace per il Congo” in aiuto di migliaia di civili
Secondo quanto riporta l’associazione dei missionari “Pace per il Congo”, che cita
l’associazione umanitaria Cluster Santé, a Bukavu, capoluogo della provincia del Sud-Kivu,
durante il primo trimestre 2009, sono stati segnalati 3.424 casi di violenze sessuali,
di cui 1.335 sono stati trattati in strutture sanitarie. Nel nord e sud Kivu – dà
notizia l’agenzia Fides - le forze armate congolesi insieme all’esercito rwandese,
con l’appoggio dei “Caschi Blu” della Missione delle Nazioni Unite in Congo (MONUC),
stanno conducendo una serie di operazioni militari contro le FLDR (Democratic Liberation
Forces of Rwanda), che rispondono con azioni di rappresaglia contro i civili. Secondo
“Pace per il Congo”, per superare questo ciclo infernale di violenze, occorre smettere
di colpevolizzare il popolo hutu in generale e i rifugiati hutu rwandesi nella Repubblica
Democratica del Congo. Si rivela necessario inoltre operare una chiara distinzione
fra civili e gruppo armato, fra rifugiati hutu rwandesi in generale e quel gruppo
più ristretto di persone ricercate dalla giustizia rwandese e internazionale per la
loro implicazione nel genocidio rwandese del 1994. Un secondo passo potrebbe essere
quello di convincere le FDLR a disarmarsi e accettare la delocalizzazione in altre
zone della Repubblica Democratica del Congo indicate dal Governo e dalla comunità
internazionale, che dovrebbero assicurare assistenza e sicurezza, concedendo loro
lo statuto di rifugiati. Anche in tale situazione di diaspora, i membri delle FDLR
avrebbero sempre la possibilità di impegnarsi, con mezzi non violenti, per un cambio
politico della realtà rwandese che, in futuro, potrebbe permettere un loro ritorno
pacifico in patria. Al momento dall’est della Repubblica Democratica del Congo continuano
a giungere notizie delle sofferenze delle popolazioni locali causati dalle violenze
armate. Il Comitato di coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite (OCHA),
ha reso noto che dall'inizio del 2009, 800mila persone, 350mila nel Nord-Kivu e 450mila
nel Sud-Kivu sono state costrette ad abbandonare le loro case e i loro villaggi. Si
contano attacchi e violenze perpetrate contro la popolazione civile sia dalle stesse
FDLR, sia dai militari delle Forze Armate Congolesi (FARDC). Secondo l’OCHA, il mancato
pagamento dei salari dei militari da parte dello Stato costringerà i soldati delle
forze armate congolesi a continuare le estorsioni contro le popolazioni civili, per
poter provvedere ai bisogni delle loro famiglie. (A.V.)