Pakistan: cristiani e musulmani indagano sul giovane accusato di blasfemia
Leader cristiani e musulmani indagheranno sulla vicenda di Imran Masih, il giovane
cristiano accusato di blasfemia e attualmente detenuto nella prigione distrettuale
di Faisalabad. Secondo informazioni di Giustizia e pace, il giovane – già torturato
da una folla di musulmani inferociti – ha subito violenze anche dalla polizia. Imran
Masih, 26 anni, è accusato di aver bruciato alcune pagine del Corano ed è stato arrestato
il primo luglio scorso. Il giovane conferma di aver bruciato “fogli di carta dopo
aver pulito il negozio”, ma tra questi non vi erano pagine del Corano. La decisione
di dar vita a un comitato indipendente, formato da cristiani e musulmani, è stata
presa all’unanimità, nel corso di un vertice presso la curia diocesana. Circa 60 fra
esperti di legge musulmani, sacerdoti cattolici, pastori protestanti, laici e parenti
della vittima hanno preso parte all’evento. Padre Aftab James Paul, direttore della
Commissione diocesana per il dialogo interreligioso, sottolinea ad AsiaNews che il
comitato rappresenta “un passo positivo per stemperare la tensione”. Esso indagherà
sulla vicenda “in maniera indipendente”, mentre la polizia “farà il suo lavoro come
meglio ritiene opportuno”. Il sacerdote spiega che l’obiettivo è “coinvolgere i leader
musulmani moderati”, perché scoprano che “non si è trattato di un fatto intenzionale,
come riferito dal testimone nel fascicolo a carico di Imran Masih”. (R.P.)