2009-07-06 15:21:15

Mons. Crociata nella festa di Santa Maria Goretti: il libertinaggio non è affare privato


Diversi appuntamenti in onore di santa Maria Goretti. Sabato scorso è stata celebrata una messa all’altare della santa da cui ha preso il via il pellegrinaggio a piedi Nettuno-Le Ferriere, un percorso di oltre dieci chilometri. Tema di quest’anno è stato “Noi predichiamo Cristo Crocifisso”. Mentre la mattinata di oggi è stata caratterizzata dall’omelia pronunciata nel corso della Santa Messa nella casa del martirio di Santa Maria Goretti, a Le Ferriere (Latina) da mons. Mariano Crociata segretario generale della Cei. “Qui non è in gioco un moralismo d’altri tempi, superato; è in pericolo il bene stesso dell’uomo” ha detto mons. Crociata. “Assistiamo - ha continuato - ad un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la parola lussuria, con cui fin dall’antichità si è voluto stigmatizzare la fatua esibizione di una eleganza che in realtà mette in mostra uno sfarzo narcisista; salvo poi, alla prima occasione, servirsi del richiamo alla moralità, prima tanto dileggiata a parole e con i fatti, per altri scopi, di tipo politico, economico o di altro genere”. L’esempio di santa Maria Goretti come “testimonianza di fedeltà alla propria coscienza e a Dio portata fino alle estreme conseguenze e pagata con il martirio” non è “fuori moda” ma manifesta, al contrario, la necessità di riscoprire “parole desuete, come purezza, castità, verginità, che facciamo fatica a pronunciare, che ci fanno forse arrossire”. Per il segretario generale della Cei, il “paradosso”: che oggi “si sia arrivati ad agire e a parlare con sfrontatezza senza limiti di cose di cui si dovrebbe veramente arrossire e vergognare, e che invece si arrossisca per tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, per dirla con san Paolo”. Ricordando - scrive il Sir - le recenti parole del card. Bagnasco sulle “responsabilità” in questo ambito, e sull’”influsso che la cultura diffusa, gli stili di vita, i comportamenti conclamati hanno sul modo di pensare e di agire di tutti, in particolare dei più giovani”, mons. Crociata ha osservato: “Nessuno deve pensare che in questo campo non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati; soprattutto quando sono implicati minori, cosa la cui gravità grida vendetta al cospetto di Dio”. Di qui la necessità di “interrogarci tutti sul danno causato e sulle conseguenze prodotte dall’aver tolto l’innocenza a intere nuove generazioni”, ha concluso mons. Crociata riferendosi anche a piaghe come la pedofilia. (A.V.)







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