2009-07-06 15:23:47

Filippine: gli sviluppi sull’attentato alla Cattedrale di Cotabato


Per l’arcivescovo di Cotabato, monsignor Orlando Quevedo la cattedrale di Cotabato potrebbe non essere stata l’obiettivo dell’attentato che domenica scorsa ha provocato cinque vittime e decine di feriti nella cittadina sull’isola di Mindanao. “Dire che l’attacco fosse diretto contro la chiesa e i suoi frequentatori è portare al limite l’interpretazione dei fatti” ha detto Quevedo, già presidente della Conferenza episcopale delle Filippine. “Piazzare una bomba nei pressi di un luogo dove si prega Dio è un crimine odioso – ha aggiunto il presule - e deve essere condannato da tutte le persone di buona volontà”. La polizia – riferisce l’agenzia Misna - ha attribuito l’attacco al Fronte di liberazione islamico Moro (Milf), ma il portavoce del gruppo separatista ha fermamente negato qualunque responsabilità dei ribelli. Le persone rimaste uccise e ferite, ha precisato mons. Quevedo, si trovavano tutte vicino al chiosco mentre quelli raggiunti dalle schegge si trovavano accanto al cancello della chiesa. A perdere la vita sono stati tre uomini, tra cui il proprietario del chiosco, un agente di sicurezza e una bambina di 12 anni, 30 sono le persone rimaste ferite e ricoverate. Mons. Quevedo ha detto infine che se avessero voluto colpire la chiesa avrebbero potuto collocare, abbastanza facilmente, l’ordigno più vicino all’edificio sacro o all’interno del sacrato. Dal canto suo il parroco della cattedrale, padre Edwin De Gracia, afferma che "fra i cristiani di Cotabato si respira un “clima di paura”, perché si sentono “minacciati e temono altri attacchi”; i militari e il governo locale stanno studiando “un piano di sicurezza” per scongiurare il pericolo di nuovi attentati. Il parroco sottolinea anche il valore del messaggio lanciato ieri all’Angelus da Benedetto XVI, fonte di “coraggio e speranza” per il futuro. Oggi la Notre Dame University di Cotabato ha sospeso le lezioni. La Conferenza dei vescovi filippini (Cbcp) spiega che la decisione è un modo per “condannare” l’attacco, nel quale è morto anche uno degli studenti dell’ateneo. “Stiamo lavorando per mettere in sicurezza la cattedrale e l’area circostante – riferisce ad AsiaNews padre De Gracia – attraverso una rete composta da militari e governo, con la collaborazione di Ong locali. Vogliamo ricostruire un clima di fiducia e un rapporto di collaborazione con la comunità musulmana”. “Benedetto XVI – commenta il parroco della cattedrale – ci chiede di non lasciarci vincere dal terrore, dalla violenza e dalla logica della morte. Le sue parole sono significative perché invitano cristiani e musulmani a lavorare insieme, nonostante le differenze. Dobbiamo andare oltre la paura e restaurare il clima di dialogo, per costruire un futuro insieme”. (A.V.)







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