La Caritas italiana incoraggia le fondazioni antiusura
“Auspico che vi sia, da parte di tutti, un rinnovato impegno per contrastare efficacemente
il fenomeno devastante dell’usura e dell’estorsione, che costituisce una umiliante
schiavitù”: con queste parole, pronunciate al termine dell’udienza generale di ieri,
Benedetto XVI ha ricordato la devastante piaga dell’usura. All’udienza erano presenti
anche i rappresentanti delle 27 fondazioni aderenti alla Consulta Nazionale Antiusura,
che in questi giorni si sono riuniti per la consueta assemblea annuale. Durante i
lavori, è intervenuto mons. Giuseooe Merisi, presidente di Caritas Italiana, che ha
incoraggiato l'attività delle fondazioni. “In questo momento di grave difficoltà per
le famiglie italiane – ha spiegato il presule -, l’opera delle fondazioni può dare
ossigeno e offrire un segnale di speranza a chi sta subendo più duramente gli effetti
della crisi”. Dall'assemblea nazionale è emersa, in particolare, la preoccupazione
per l'aumento dell'indebitamento dovuto alla crisi economica. Sono, infatti, due milioni
e mezzo le famiglie a rischio e più di 900 mila le vittime di usura. “Le persone che
chiedono aiuto - ha detto mons. Alberto D’Urso, segretario della Consulta nazionale
- sono in aumento perché cresce la perdita dei posti di lavoro, come il numero delle
persone che arrivano alla terza settimana con il bilancio in rosso”. Aumentano anche
i proventi del gioco d'azzardo. Nei primi quattro mesi dell'anno è stato registrato
un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2008. Nella sua relazione, mons.
D’Urso ha richiamato l’attenzione sulla pubblicità ingannevole che alimenta il ricorso
al gioco d’azzardo che impoverisce persone di ogni età e di ogni condizione. A conclusione
dei lavori, nella Basilica di San Pietro, è stata celebrata una Messa, presieduta
dal segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Mariano Crociata,
il quale ha ripreso il tema dell’usura nell’ottica del comandamento dell’amore che
ispira relazioni umane non di sfruttamento del prossimo, ma di solidarietà e condivisione.
“Quando si perde la visione cristiana della vita - ha ricordato il presule nella sua
omelia - si corre il rischio di sostituire i veri valori con surrogati effimeri che
portano l’uomo non a usare il denaro ma a esserne posseduti”. (I.P.)