Presentata la nuova edizione dei documenti vaticani del Processo Galilei
Presentata questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, la nuova edizione dei
documenti vaticani del processo di Galileo Galilei, curata da mons. Sergio Pagano,
Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano. Il servizio di Fausta Speranza:
Un rigorosissimo
criterio filologico, nuova documentazione e curate introduzioni per ogni testo: queste
le caratteristiche di questa edizione 2009 dei documenti del Processo a Galileo Galilei
curata da mons. Pagano. Mons. Sergio Pagano aveva già firmato
l’ultima edizione del 1984, che precedeva il pronunciamento di Giovanni Paolo II su
Galileo del 1992. E per completezza va detto che prima ancora tra il 1877 e il 1910
si contano 4 edizioni. Mons. Pagano la definisce “un’edizione completa e fidata” proprio
perché estremamente fedele ai testi originali fino al rispetto di maiuscole o minuscole.
Qualcuno ritiene che sarebbe stata più “leggibile” con qualche fedeltà in meno, sottolinea
mons. Pagano che però poi spiega quanto sia importante qualunque dettaglio e quanto
sia rischioso cambiarlo:
“Mi sono reso conto nel
mio lavoro che ognuno rende i testi come gli pare. Dire “cielo” e scrivere “cielo”
o “terra” o “cosmo” o “sole” in minuscolo o in maiuscolo, nel 1633, ha una portata
enorme. Io non mi prendo l’arbitrio di rendere cielo, terra, cosmo, sole minuscolo,
quando lo trovo maiuscolo”.
A proposito dei nuovi
documenti spiega che si tratta di richieste negate di lettura degli atti da parte
di ecclesiastici e dominicani nel ‘700, prima del via libera dato nel 1741 alla pubblicazione.
In ogni caso – è stato ribadito - resta una “pagina dolorosa” della Chiesa. A questo
proposito dopo la riflessione di mons. Pagano che rispondendo a domande dei giornalisti
ha riconosciuto che la vicenda può insegnare qualcosa nel rapporto tra Chiesa e scienza,
dalla Sala Stampa vaticana viene riassunto il tutto con queste parole: “Il caso Galileo
insegna alla scienza a non presumere di far da maestra alla Chiesa in materia di fede
e di Sacra Scrittura e insegna contemporaneamente alla Chiesa ad accostarsi ai problemi
scientifici – fossero anche quelli legati alla più moderna ricerca sulle staminali,
per esempio – con molta umiltà e circospezione”. Va detto che mons. Pagano, dopo aver
accennato ai limiti da parte della Chiesa di allora, come peraltro già riconosciuti
da tempo, ha spiegato - meglio di quanto si possa riassumere giornalisticamente –
che ciò che ha irrigidito la Chiesa di allora e in particolare Papa Urbano VIII è
stato il fatto che Galileo non ha accettato, come suggeritogli, di presentare semplicemente
i suoi studi come ipotesi scientifiche ma abbia nel Dialogo invitato direttamente
la Chiesa a rivedere le sue interpretazioni della Bibbia.
Mons
Pagano ha voluto ribadire che da tutta la documentazione viene confermato che Galileo
è stato ed è rimasto un cattolico, seppure penitente per decisione di Urbano VIII.
Infine a conclusione della conferenza stampa, mons. Pagano, sollecitato dai giornalisti,
ha confermato un impegno di studio da parte dell’Archivio su documentazioni relative
a opere di carità di Pio XII, parlando di 20 archivisti a disposizione e di 5-6 anni
di lavoro da fare su archivi di Nunziature e su documenti della Segreteria di Stato,
quando il Papa deciderà di renderli disponibili allo studio.