Per il mese di luglio il Papa chiede di pregare per i cristiani del Medio Oriente
“Perché i cristiani del Medio Oriente possano vivere la loro fede in piena libertà
ed essere strumento di riconciliazione e di pace”: è l’intenzione generale di preghiera
di Benedetto XVI per il mese di luglio. Sull’esortazione del Santo Padre, Amedeo
Lomonaco ha intervistato padre Najib Ibrahim, francescano libanese e guardiano
del Convento della Flagellazione di Gerusalemme:
R. – In questa
situazione, la preghiera è importante perché i cristiani, in Medio Oriente, hanno
bisogno di vivere la fede in libertà. Nei Paesi mediorientali la situazione passa
dall’impedimento totale di praticare la fede alla piena libertà. Quindi, è molto importante
pregare secondo quest’intenzione del Santo Padre. D. – Quale
ruolo hanno avuto finora i cristiani nel processo di pace in Medio Oriente? R.
– I cristiani non hanno un grande ruolo politico, ma la voce della Chiesa locale è
sempre in favore della pace in tutti quei Paesi dove la Chiesa è presente. In quelle
terre dove ha un ruolo pubblico, almeno a livello religioso. Tutti gli interventi
vanno in questo senso. I cristiani, normalmente, favoriscono il processo di pace perché
non contribuiscono alla guerra con la violenza ma si impegnano piuttosto, a livello
civile, per la pace. D. – Come far comprendere a tutte le popolazioni
del Medio Oriente la forza di autentici strumenti di pace come la Croce, il Vangelo? R.
– Penso che la cosa più importante, per i cristiani, sia di poter contribuire alla
pace e alla libertà religiosa e di vivere la propria fede, la propria identità cristiana,
coscienti che niente potrà separarci dall’amore di Cristo. Essere uniti a Cristo e
non aver paura di vivere la propria fede nel rispetto del prossimo. D.
– Le comunità cristiane potranno, un giorno, vivere in piena libertà la loro fede? R.
– Non sappiamo quando potrà esserci questa possibilità. Bisogna pregare, proprio come
vuole il Santo Padre e cercare anche di avere sempre la speranza di poter vivere,
con pieno diritto, la libertà religiosa in questi Paesi del Medio Oriente. Bisogna
lavorare per questo, affinché ciò sia possibile, con i mezzi adatti, per poter arrivare
a quelle norme che consentano di vivere la propria libertà religiosa. D.
– Il Medio Oriente e la Terra Santa in particolare sono un incrocio di cultura, storia
e religioni. La pace può essere, in questi luoghi, solo il risultato del rispetto
reciproco oppure ci sono anche altre condizioni imprescindibili? R.
– Ci saranno certamente altre condizioni, soprattutto a livello politico, ma il ruolo
dei cristiani e della Chiesa è sempre quello di proporre dei mezzi pacifici per arrivare
alla giustizia. Senza giustizia non si può avere la pace. Preghiamo perché ci sia
un risveglio di fede autentica nei cristiani e perché possiamo vivere uniti a Cristo
nella carità. Questa è la cosa più importante per i cristiani.