2009-07-01 15:10:27

Proteggere la vista dei bambini attraverso la vitamina A: l’impegno delle Missioni Cristiane per i ciechi nel Mondo


Bastano 30 euro per distribuire 30 dosi di vitamina A proteggendo così la vista e la vita di 30 bambini. E’ il messaggio lanciato da Cbm Italia, le Missioni Cristiane per i ciechi nel mondo. L’organizzazione ribadisce il suo impegno per contrastare l’avitaminosi, una forma di cecità che colpisce soprattutto i bambini più indifesi. Ogni anno, Cbm distribuisce quasi 2 milioni di dosi di vitamina A in 38 Paesi del mondo, ma - sottolinea l’organizzazione umanitaria - si può fare ancora di più. Alessandro Gisotti ha intervistato il dott. Mario Angi, presidente di Cbm Italia:RealAudioMP3

R. - La vitamina A è un componente essenziale della dieta; è una vitamina che non è sintetizzata dall’organismo umano, quindi dev’essere assunta attraverso il cibo, e questo fatto - che per noi è scontato, perché in Occidente la dieta è variata - in Africa non trova riscontro perché, soprattutto nel passaggio dall’allattamento al seno all’alimentazione con cereali e granaglie, il bambino viene lasciato scoperto dalla madre che, non avendo il bagaglio culturale e la comprensione del fatto che deve avere una dieta molto integrata e variata, non fornisce al bambino l’apporto necessario di vitamina A per mantenerlo protetto da infezioni e da cecità.
 
D. - Questa carenza, dunque, può causare a volte dei problemi, se non si interviene in tempo, irrimediabili…
 
R. - Sì, perché gli epiteli - cioè l’epitelio corneale, l’epitelio bronchiale - hanno una necessità continua di vitamina A per essere rigenerati. Quindi, se il bambino non ha questa vitamina - che peraltro si accumula nel fegato, quindi ha una riserva che può durare anche sei mesi, assumendola con una dieta corretta - improvvisamente va incontro ad uno scompenso che può portare ad una grave polmonite, ad una diarrea - a volte mortale nei Paesi del Terzo mondo - o alla cecità per perdita di trasparenza della cornea.
 
D. - C’è un evento, una vicenda particolarmente significativa che lei può raccontarci?
 
R. - Noi, con Cbm, facciamo spesso degli screening, cioè visitiamo i bambini nelle comunità. L'avitaminosi A riguarda l’1,5% dei bambini, quindi è un percentuale relativamente bassa, che però interessa soprattutto i figli delle ragazze madri che vivono nelle aree sottosviluppate dei quartieri periferici, per cui sono quelle che non hanno accesso ad un minimo di sostentamento per i loro figli. Quando si vedono questi bambini con la cornea già rovinata, una megadose di vitamina A somministrata sublinguale copre il fabbisogno del bambino per sei mesi. Ricordo distintamente questi screening visivi ai quali le madri portavano i bambini, ed un percentuale di questi venivano immediatamente trattati, proprio per prevenire le gravi conseguenze della avitaminosi A.







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