Lettera dei vescovi mozambicani per l’apertura dell’Anno Sacerdotale
“Noi, vescovi del Mozambico, non vogliamo sottovalutare o essere indifferenti di fronte
a questo momento di grazia, che consideriamo come un’occasione molto opportuna di
collaborazione con i nostri sacerdoti, con i consacrati e con il Popolo di Dio che
ci è stato affidato, per riflettere sulla bellezza e sullo splendore del sacerdozio
ministeriale, e per esprimere la nostra gratitudine e il nostro apprezzamento per
i lavoratori della vigna del Signore in Mozambico”. Lo affermano i vescovi del Mozambico
nella Lettera pastorale sull’Anno Sacerdotale. Con questo documento, inviato all’agenzia
Fides, i vescovi intendono inoltre “richiamare l'attenzione sulla mentalità del mondo
che si insinua pericolosamente nella vita e nella spiritualità del sacerdote, e vogliamo
offrire alcune indicazioni su come superare le difficoltà che appaiono nella vita
dei sacerdoti”. La Lettera ricorda che “attraverso il sacramento dell'ordine, alcuni
fedeli, per la volontà libera e assoluta di Dio, sono chiamati e costituiti nel ministero
del sacerdozio. I presbiteri, attraverso il sacramento dell’ordinazione si inseriscono
nel mistero della comunione: in primo luogo in quello della comunione trinitaria,
con il Padre, fonte di vita, con Cristo, il Figlio redentore, e santificata dallo
Spirito Santo”. Questa comunione trinitaria del presbitero, nasce e si consolida nella
comunione ecclesiale a vari livelli, con il Papa, con il Collegio dei vescovi, in
particolare con il vescovo diocesano, i presbiteri, con tutti i fedeli laici e di
tutta la famiglia umana. Per questo motivo, scrivono i vescovi, “i presbiteri partecipano
alla missione apostolica del proprio vescovo, al quale devono amore, riverenza e obbedienza
filiale. A sua volta, il vescovo deve avere amore e sollecitudine paterna nei confronti
dei suoi sacerdoti. Questo rapporto di comunione tra il vescovo e il presbitero, si
realizza in particolare nella missione profetica di annuncio della Parola, in obbedienza
al mandato di Cristo, in generale, e nella catechesi, in particolare”. Un impegno
forte quindi, al quale molti giovani mozambicani hanno aderito. “Vediamo con profonda
gratitudine, che molti sacerdoti, con gioiosa abnegazione svolgono il ministero sacerdotale,
annunciano con coraggio la Parola di Dio, celebrano i sacramenti con fervore, sostengono
e guidano la comunità cristiana con grande zelo. Altri cercano con molta creatività
i modi per alleviare le sofferenze delle persone, o avviano iniziative socio-pastorali
in materia di istruzione, salute, protezione dei poveri, in breve, la promozione dei
diritti e della dignità umana”. I presuli mozambicani sottolineano però che vi sono
dei mali “che offuscano il sacramento sacerdotale”, come lo scarso fervore, l’attivismo
esagerato, il consumismo, l’ambizione del potere, le relazioni problematiche con gli
altri sacerdoti, il clima teso e conflittuale con i superiori. I vescovi rivolgono
dunque un appello, in primo luogo ai sacerdoti, ad accogliere l'Anno Sacerdotale come
un tempo favorevole di azione di grazia e di ravvivare la risposta al dono immenso
attraverso un atteggiamento permanente e rinnovato di auto-donazione generosa e gioiosa.
(R.P.)