2009-06-29 15:46:12

Teheran: non vogliamo lo scontro diplomatico con Londra


Si attenua lo scontro tra Iran e la Gran Bretagna dopo il rilascio di 5 dei 9 membri dello staff iraniano dell’ambasciata britannica, arrestati ieri con l’accusa di aver partecipato alle proteste dei giorni scorsi. Intanto, il Consiglio dei guardiani ha annunciato l’inizio del riconteggio del 10 per cento dei voti, che si, dovrebbe concludere entro oggi. Per il punto della situazione, sentiamo il servizio di Marco Guerra: RealAudioMP3
 
Teheran non intende ridurre il livello dei rapporti diplomatici con la Gran Bretagna o qualsiasi altro Paese europeo. Così il portavoce del Ministero degli esteri iraniano ha cercato di abbassare i toni dello scontro tra Iran e Regno Unito, iniziato una settimana fa con l’espulsione di due diplomatici di Londra e culminato ieri con l’arresto di nove nove dipendenti iraniani dell’Ambasciata britannica, cinque dei quali sono stati liberati stamani. Il ministro degli Esteri iraniano, Mottaki, e quello britannico, Biliband, hanno avuto una conversazione telefonica - ha poi aggiunto il portavoce - assicurando che il governo della Repubblica islamica ''non ha in programma la chiusura di alcuna Ambasciata europea”. Ma nei rapporti tra i due Paesi continuano a pesare le accuse di coinvolgimento nelle proteste rivolte alla Gran Bretagna che, dal canto suo, definisce inaccettabile la detenzione degli altri quattro dipendenti iraniani. Nel frattempo, il Consiglio dei guardiani ha cominciato il riconteggio del 10% delle schede delle presidenziali. I risultati dovrebbero essere pubblicati entro 24 ore. Nulla di fatto, infine, nell’incontro tra il Consiglio e un rappresentante di Mussavi, che aveva posto delle condizioni per collaborare all'operazione di riconteggio, così da rinunciare alla richiesta di annullamento della consultazione, che continua ad essere portata avanti da diversi leader dell’opposizione.
 
Ma quali sono le reazioni dell’Europa e del Regno Unito alle dure accuse rivolte dall’Iran? Adriana Masotti lo ha chiesto Alberto Zanconato, corrispondente dell’Ansa a Teheran: RealAudioMP3

R. - La reazione è stata molto dura da parte della UE e della Gran Bretagna. La Gran Bretagna è attaccata da diversi giorni dalle autorità di Teheran che accusano Londra di avere ordito un vero e proprio complotto contro le elezioni iraniane. Da parte della Gran Bretagna, si risponde che questo è solo un tentativo di distrarre l’attenzione dalla repressione interna, sicuramente dura. Ora, c’è questa Federazione per i diritti umani che parla di duemila arresti e di molte altre centinaia di scomparsi, persone cioè delle quali non si sa ancora ufficialmente del loro arresto.
 
D. - Nonostante le poche notizie che trapelano, il sentore è che questa opposizione continuerà ancora da parte del popolo iraniano, di una parte di esso...
 
R. - Un’opposizione in piazza come c’è stata la settimana scorsa sarà difficile che continui, perché la repressione è stata molto dura. Ma c’è sicuramente un’opposizione politica e c’è soprattutto il candidato moderato, Mousavi, che continua a dire di non voler accettare questo risultato e di non volere nemmeno accettare un riconteggio soltanto del 10 per cento dei voti. Continua a chiedere, invece, l’annullamento vero e proprio delle elezioni. Considerando che lo scontro è ai massimi livelli del regime iraniano, tra la guida suprema Khamenei e l’ex presidente Rafsanjani, questo farebbe pensare che la ricerca di un compromesso sia inevitabile. Fino a questo momento, però, una via d’uscita ancora non si vede.







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