Convegno Cei sulla famiglia: investire nei percorsi di preparazione al matrimonio
“La famiglia di fronte all’impegno sociale e politico”. Sarà questo il tema – ancora
provvisorio – del convegno nazionale di pastorale della famiglia che si svolgerà il
prossimo anno, dal 23 al 27 giugno, probabilmente nelle Marche. È quanto annuncia
mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia,
tracciando un bilancio del convegno 2009 sul tema “Insieme verso le nozze. La preparazione
al matrimonio” che si è concluso ieri a Cotronei, in Calabria. L’edizione 2010, spiega
mons. Nicolli al Sir, sarà promossa dall’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia
insieme all’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro e con la collaborazione
del Forum nazionale delle associazioni familiari. Sintetizzando i lavori del convegno
di Cotronei, mons. Nicolli sottolinea l’importanza dei percorsi di preparazione al
matrimonio: questi sono come un “seminario” che forma i futuri sposi. In Italia, aggiunge,
circa il 70% dei giovani scelgono di sposarsi “in Cristo e nella Chiesa”, per questo
“non possiamo permetterci di gestire i seminari con superficialità: dobbiamo investire
in essi le risorse migliori”. Ricordando la presenza al convegno del presidente della
Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, mons. Nicolli afferma che è stata “un segno tangibile
della considerazione che la Chiesa desidera avere per la pastorale familiare e specificamente
per la grande impresa della preparazione al matrimonio cristiano”. Mons. Nicolli riflette
anche sul “vorticoso” aumento del fenomeno della convivenza prima del matrimonio.
Il direttore dell’Ufficio Cei denuncia “il fallimento o l’insufficienza della pastorale
di educazione all’amore nell’età dell’adolescenza e dei primi innamoramenti. I giovani
che s’incamminano verso il matrimonio hanno alle spalle non soltanto un vuoto di formazione
cristiana che spesso parte dalla Cresima, ma si trovano anche impreparati ad affrontare
le esigenze che una seria relazione di amore comporta per la sua stabilità e per la
sua qualità”. Per mons. Nicolli, “da una parte dobbiamo accogliere con simpatia le
coppie già conviventi che chiedono il matrimonio cristiano e accompagnarle, in un
rapporto interpersonale significativo, per tutto il tempo possibile perché comprendano
la realtà del Sacramento che chiedono e si rafforzino nell’amore. Dall’altra non possiamo,
però, rassegnarci al senso di impotenza di fronte al dilagare del fenomeno”. (V.V.)