Ritrovata nelle Catacombe di Santa Tecla a Roma la più antica icona di San Paolo
Doveva essere una normale giornata di lavoro quella dello scorso 19 giugno per i restauratori
della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, impegnati nelle catacombe di Santa
Tecla nei pressi della Via Ostiense a Roma. Poi, grazie alla tecnologia laser, l’inattesa
scoperta: il più antico ritratto di San Paolo è emerso sotto una spessa concrezione
calcarea al centro della volta di un cubicolo. A dare notizia del ritrovamento dell’affresco
del IV secolo è l’edizione odierna dell’Osservatore Romano. Ascoltiamo il racconto
di Barbara Mazzei direttrice dei lavori di restauro della Pontificia Commissione
di Archeologia Sacra. L'intervista è di Paolo Ondarza.
R. – Noi
stavamo lavorando già da molto tempo in questo cubicolo delle catacombe di Santa Tecla,
che è completamente affrescato. Le pitture però erano ricoperte da una concrezione
calcarea, che ci impediva di vedere che cosa ci fosse al di sotto. Finalmente abbiamo
deciso di affrontare la volta del cubicolo, che era quella in peggiori condizioni,
con la pulitura laser. Il risultato è stato eccezionale, perché effettivamente, al
di sotto la pittura era ancora quasi intatta e quindi ne è uscito fuori il volto di
Paolo.
D. – Come avete capito che era San Paolo e
qual è stata la vostra emozione?
R. – Abbiamo capito
che era San Paolo, perché raffigurato secondo quello che è l’iconografia tradizionale
dell’epoca paleocristiana del volto di San Paolo. Quindi, con un volto molto magro,
la barba scura e a punta e calvo. E’ stata una cosa eccezionale, perchè non si era
mai trovato nella volta di un cubicolo il ritratto, soltanto il ritratto, di San Paolo.
Di solito nell’iconografia paleocristiana abbiamo delle rappresentazioni di San Paolo,
ma sono legate più al collegio apostolico, quindi insieme con San Pietro, che accompagna
i defunti, insomma in scene di altro tipo. Tra l’altro, la catacomba di Santa Tecla
si trova molto vicino alla Basilica di San Paolo. Quindi, la figura di Paolo messa
così in evidenza è indubbiamente eccezionale.
D.
– Ed è presumibile che la collocazione vicino alla Basilica di San Paolo abbia determinato
poi la scelta di questo soggetto da parte di chi lo ha affrescato?
R.
– Probabilmente sì, perché fra l’altro nella più antica decorazione della Basilica
di San Paolo esistevano già questi ritratti in clipeo, lungo la navata, dove è raffigurata
tutta la sequenza dei Papi. Probabilmente, a quell’epoca, dovevano esistere anche
dei ritratti di San Pietro e di San Paolo.
D. –
Stiamo parlando di un ritratto databile al IV secolo. Quali erano le rappresentazioni
più antiche finora conosciute?
R. – Per quanto riguarda
la pittura delle catacombe abbiamo appunto delle altre raffigurazioni di San Paolo,
che però sono a figura intera, soprattutto nella catacomba di Domitilla, e che risalgono
anche loro alla fine del IV secolo, e poi in alcuni esempi all’interno del Collegio
Apostolico, ed una tra le più conosciute è sempre nelle catacombe di Domitilla.
D.
– Quando sarà possibile vedere questo affresco?
R.
– Prossimamente, quando porteremo a conclusione il lavoro. La catacomba in realtà
non è aperta al pubblico, però ovviamente si faranno delle visite guidate apposite.
D. – Non poteva esserci miglior regalo a conclusione
dell’Anno Paolino...
R. – Sì, anche per noi è stata
veramente emozionate questa coincidenza di fattori. Fra l’altro, tra i quattro clipei
della volta, il primo sul quale abbiamo applicato il laser è stato proprio questo,
che casualmente era quello di San Paolo.