Fiaccolata a Solferino per i 150 anni della Croce Rossa
I fratelli di Eugenio Vagni, l'operatore del Comitato internazionale della Croce Rossa
(Cicr) rapito da quasi sei mesi nelle Filippine, erano ieri sera tra le almeno 13.000
persone che hanno partecipato, in rappresentanza dei 150 Paesi del mondo (tra cui
Iran, Liberia, Ghana, Palestina, Iraq, Fiji) alla fiaccolata che, su un percorso di
otto chilometri, ha concluso i festeggiamenti per il 150.mo anniversario del movimento
della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Il grande incontro, riferisce l’agenzia
Misna, si è svolto a Solferino (Mantova), luogo non solo dell’omonima battaglia del
24 Giugno 1859 tra gli eserciti austriaco franco-sardo, ma anche sede di nascita della
Cri. Sono oggi 98 milioni in totale i volontari che assistono ogni anno 200 milioni
di persone in difficoltà nel mondo. Il commissario straordinario della Cri, Francesco
Rocca, ha ricordato non solo Eugenio Vagni ma anche il lavoro per i terremotati abruzzesi;
all'Aquila, i volontari della Croce Rossa, in simultanea davano vita a un’altra fiaccolata
percorrendo la “zona rossa" del centro, aperta per l'occasione, fino alla casa dello
studente, nel cui crollo persero la vita otto giovani universitari. Richiamando il
fondatore del movimento, Henry Dunant, il presidente della Croce Rossa internazionale
Kellenberger ha riordato che "il messaggio di Solferino ancora oggi è che va fatto
di tutto per evitare le guerre e i suoi effetti terribili". Ai volontari della Croce
Rossa è giunto anche il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
che ha sottolineato tra l’altro: "I suoi volontari sono animati da fortissime motivazioni
ideali, dal desiderio di pace, dal ripudio degli orrori della guerra, dalla determinazione
a favorire la nascita di un mondo più giusto, fondato sul rispetto della dignità umana.
Sono motivazioni e valori che ispirano la Costituzione italiana ed i trattati dell'Unione
Europea e che sempre più permeano il diritto internazionale contemporaneo". (V.V.)