2009-06-27 13:55:18

L'editoriale di padre Lombardi sul legame tra sofferenza e amore di Dio


Ogni cristiano sa che la sofferenza può e deve diventare amore. Anche nella recente visita di Benedetto XVI a San Giovanni Rotondo se ne ha avuta una riprova attraverso la toccante testimonianza di una donna malata di tumore. Proprio da questa vicenda muove la riflessione di padre Federico Lombardi nell'editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:RealAudioMP3

I viaggi del Papa non sono importanti solo per quello che dice e fa il Papa, ma anche per i sentimenti e le parole che suscitano. La testimonianza di Anna, ammalata di cancro, davanti al Papa, alle porte della Casa Sollievo della Sofferenza è un momento da non dimenticare. “Non mi sono chiesta “Perché a me?”, ma mi sono detta invece: “Perché non a me?”, “Dio quale progetto hai tu su di me?”, e allora - come la Vergine e tanti altri uomini degni e santi -, non ho voluto ribellarmi, ma ho voluto dire: “Eccomi, sono pronta”. Come vivere l’attesa della morte, vivendo la quotidianità che rimane, in modo da offrire qualcosa di buono al Signore? Non è mai troppo tardi per entrare a lavorare nella sua vigna, dedicare la propria vita al bene, anche solo con la benevolenza delle parole e delle piccole azioni. Anna continua rivolgendosi anche a noi: “Non ci lasciate soli con i nostri pensieri, le nostre paure, e quando non avete nulla da dire non vi preoccupate, basta che ci prendiate per mano e noi sentiremo che ci siete”. E conclude: “E’ vero una diagnosi di cancro è terribile, fa paura, ma è più terribile non essere amico di Dio, allontanarsi dal suo amore”. Allora capiamo che la sofferenza può diventare un grande tesoro; capiamo che ci interpella tutti, e capiamo cosa intendeva Padre Pio quando – come ha ricordato il Papa – diceva che “ricoverati, medici, sacerdoti, dovevano diventare “riserve di amore”, che tanto più sarà abbondante in uno, tanto più si comunicherà agli altri”. Non solo a San Giovanni Rotondo, ma in tutto il mondo ogni sofferenza, davanti al volto sofferente di Cristo, dovrebbe poter diventare amore.







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