Iran: nuovo conteggio del 10% delle schede elettorali
Resta alta la tensione in Iran. Il Consiglio dei Guardiani continua a definire regolare
il voto del 12 giugno scorso, che ha riconfermato alla presidenza Mahmoud Ahmadinejad,
ed ha deciso di istituire una commissione elettorale composta anche da rappresentanti
dei candidati sconfitti. Ieri, intanto, i vertici della Repubblica islamica hanno
accusato ancora l’occidente di fomentare i disordini. Accuse, queste, respinte dal
presidente americano Obama che ha aggiunto: “Le violenze contro il popolo iraniano
condizionano le speranze di aprire un dialogo con l'Iran”. Stamani nuove forti critiche
per quelle che sono state definite “le interferenze'' dei Paesi del G8 nelle questioni
iraniane. Ci riferisce Giancarlo La Vella:
Un nuovo
conteggio del 10% delle schede votate, quindi un rapporto sulle contestate elezioni
presidenziali svoltesi in Iran il 12 giugno scorso. È questa l’ultima decisione del
Consiglio dei Guardiani, l’organismo incaricato di sovrintendere alla regolarità del
voto. L’ulteriore spoglio si svolgerà alla presenza dei rappresentanti dei candidati
battuti, Mir Hossein Moussavi e Mehid Karrubi e di una commissione, di cui faranno
parte sei persone, e che stilerà una relazione finale. Lo scopo è comprovare che non
ci sono state irregolarità decisive nello scrutinio, che, quindi, non verrà annullato.
Ieri anche 50 religiosi sciiti si erano schierati a favore del riconteggio dei voti,
invitando la guida spirituale sciita, Alì Khamenei, a riesaminare la posizione dei
riformisti. L'ayatollah Ahmad Khatami, omonimo dell’ex presidente moderato Mohammad
Khatami, vicino invece alle motivazioni dei manifestanti, ha negato ancora i brogli
e ha invocato pene esemplari per i rivoltosi, fino alla condanna a morte. Ha quindi
attaccato i media europei e americani accusandoli di “gettare benzina sul fuoco”.
Il presidente americano, Barack Obama, dalla sua ha respinto ogni addebito, elogiando
il coraggio dei popolo iraniano. “Gli Stati Uniti – ha detto il capo della
Casa Bianca – hanno fatto tutto il possibile per non interferire con il processo elettorale
in Iran". Intanto, non si attenua il pugno duro nei confronti dei più stretti collaboratori
dei candidati elettorali dell’opposizione. Ad alcuni di loro è stato negato il permesso
ad espatriare. Inoltre, la polizia ha sequestrato documenti e computer dalla
sede del Partito dei Servitori della Costruzione, la formazione moderata vicina all'ex
presidente, Akbar Hashemi Rafsanjani, che alle elezioni ha sostenuto Moussavi. Vi
sarebbero poi torture e gravi maltrattamenti nei confronti delle decine di persone
arrestate durante le manifestazioni.