2009-06-27 15:28:10

Il vertice G8 di Trieste chiude con l'impegno per un'azione coordinata in Afghanistan


A Trieste si sono chiusi i lavori della terza ed ultima giornata del vertice dei ministri degli Esteri del G8. Dopo il lungo confronto sulla crisi postelettorale iraniana, concluso con la sottoscrizione di un documento che deplora le violenze ma apre al dialogo con Teheran, gli incontri odierni sono stati completamenti dedicati alla stabilizzazione dell’Afghanistan e al confronto con tutti soggetti della regione. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3
 
Sviluppo economico e infrastrutture, rifugiati e migrazioni, agricoltura e sicurezza alimentare. Sono queste le tematiche delle sessioni di lavoro odierne interamente dedicate alla stabilizzazione dell'Afghanistan nella sua dimensione regionale. Per questo motivo, il tavolo degli otto Grandi è stato aperto a tutti i soggetti coinvolti nelle dinamiche del Paese asiatico, a partire dai ministri degli Esteri di Kabul e Islamabad, ma anche ai rappresentati degli Stati confinati e quelli contributori, e alle organizzazioni internazionali che operano sul terreno. In questo contesto, i circa 45 partecipanti hanno discusso anche del destino dei 2 milioni e mezzo di profughi, fuggiti dall'offensiva dall’esercito pakistano contro i talebani nella Valle dello Swat, del traffico di droga e delle prossime elezioni presidenziali in Afghanistan. “Dal G8 di Trieste parte una nuova azione coordinata verso l'Afghanistan” ha detto il ministro degli Esteri italiano, Frattini, sintetizzando i risultati dei lavori. Secondo il titolare della Farnesina, ora può esserci più ''coerenza'' negli sforzi verso l’Afghanistan, che fino a oggi ''non sempre sono stati coordinati fra di loro''. Intanto, in vista del G8 dell’Aquila dell’8-10 luglio, l’Italia ha deciso di sospendere il Trattato di Schengen. Da domani a mezzanotte saranno ripristinati i controlli alle frontiere italiane.

 
Vertice Nato-Russia
Nel pomeriggio molti ministri degli Esteri presenti al G8 si sposteranno nell’isola greca di Corfù per il primo consiglio Nato–Russia dopo la guerra russo-georgiana, con l'obiettivo di rilanciare il dialogo politico e aprire la porta alla collaborazione militare. Il vertice sarà seguito domani da una riunione informale dei ministri degli Esteri dei 56 Paesi membri dell'Osce, che discuterà il nuovo Trattato per la sicurezza paneuropea e la missione degli osservatori Osce in Georgia. Su quest'ultimo punto, si cercherà di superare le resistenze di Mosca, che invece chiede una missione analoga nella Repubblica secessionista dell'Ossezia del sud.

Medio Oriente - quartetto G8
E sempre nell’ambito del G8, ieri forte presa di posizione del quartetto per il Medio Oriente, che ha definito "insostenibile" la situazione nella Striscia di Gaza e ha chiesto al governo israeliano di congelare tutte le attività d'insediamento, favorendo la soluzione di "Due Stati-Due Popoli". Russia, Stati uniti, Unione Europea e Onu hanno riconosciuto "le legittime preoccupazioni di Israele sulla sicurezza", ma hanno chiesto la riapertura dei valichi e la ripresa della distribuzione degli aiuti nel territorio palestinese.

Libano
Il presidente libanese, Michel Suleiman, ha affidato al leader della maggioranza antisiriana, Saad Hariri, l'incarico di formare un nuovo governo. Hariri, figlio dell'ex premier Rafiq ucciso il 14 febbraio 2005, guida la coalizione filoccidentale uscita vincente dalle elezioni del 7 giugno.

Pakistan
Continuano in tutto il Pakistan le operazioni dell’esercito di Islamabad contro la guerriglia talebana. Oggi nel distretto di Karachi, città commerciale del sud, sono stati uccisi almeno 17 miliziani islamici. In questa situazione, aumenta di giorno in giorno il numero dei profughi che cercano di mettersi al sicuro dalle violenze. Un altro dei punti caldi del Paese è la città di Lahore, più a nord, da dove ci riferisce Maria Grazia Coggiola:RealAudioMP3

A Charing Cross, cuore istituzionale di Lahore, ci sono le foto dei poliziotti uccisi dall’autobomba di un mese fa contro la sede dei servizi segreti. L’area è circondata dal filo spinato, come l'hotel a cinque stelle. Lahore, capoluogo della provincia del Punjab e capitale culturale del Pakistan, è sotto assedio. Come se non bastasse, la vita dei suoi cittadini è resa ancora più difficile anche dalla calura e dalle continue interruzioni di elettricità. Secondo il ministro degli Interni, Rehman Malik, i talebani in fuga dalla valle di Swat, liberata dall’esercito, potrebbero essersi rifugiati nel sud del Punjab, qualche giorno fa. In diversi raid della polizia sono stati arrestati decine di integralisti in possesso di armi ed esplosivi. A Karachi, la polizia ha ucciso ieri cinque presunti militanti di Baitul Masood, il capo talebano super ricercato del sud del Waziristan, dove si stanno concentrando ora gli attacchi dei droni statunitensi. I talebani di Masood hanno anche rivendicato ieri un attacco contro un posto di polizia a Muzaffarabad, in Kashmir. Il Paese è in guerra e non ci sono altre opzioni, secondo Ushain Naki, della Commissione per i diritti umani del Pakistan, che accusa il governo e le potenze straniere di aver permesso, negli anni, il fiorire di migliaia di matrasse e di aver marginalizzato economicamente le aree tribali del nord ovest.

 
Elezion in Albania
Elezioni politiche domani in Albania. Circa tre milioni di elettori sono chiamati alle urne per eleggere i 140 deputati del parlamento di Tirana. Due le principali coalizioni in corsa: i democratici guidati dall’attuale premier Berisha e l’opposizione socialista di Rama, attuale sindaco di Tirana. Per Bruxelles, il voto sarà un banco di prova della maturità democratica del Paese e delle sue aspirazioni ad entrare nell’UE.

Vertice economico Onu
Grande delusione è stata espressa a New York dalle organizzazioni non governative, impegnate contro la povertà nei Paesi in via di sviluppo e che hanno partecipato al vertice economico internazionale promosso dall’Onu. Disattese le speranze di una riforma del sistema finanziario mondiale per favorire un maggiore aiuto alle economie più svantaggiate. Da New York, Elena Molinari: RealAudioMP3

Le organizzazioni antipovertà e molti Paesi in via di sviluppo sono usciti delusi, ieri, dal Palazzo di vetro dell'Onu, dove per tre giorni si è discusso di riforme del sistema finanziario mondiale che aiutino le economie più svantaggiate. Ma dopo una settimana di negoziati, l’assemblea generale dell’Onu ha adottato una dichiarazione poco specifica e non vincolante; soprattutto gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno già annunciato che prepareranno delle dichiarazioni di dissenso nei confronti dei capitoli più forti del documento finale. Secondo le ong presenti, il risultato migliore della tre giorni è stata l’idea di coinvolgere maggiormente l’Onu nel monitoraggio dell’economia internazionale. Ma resta appunto da vedere se i Paesi ricchi prenderanno le distanze anche da questo punto. La dichiarazione finale raccomanda inoltre l’alleggerimento dei debiti dei Paesi poveri ed il mantenimento degli impegni bilaterali e multilaterali già firmati dai donatori internazionali. Quello che però manca, a detta delle ong, è l’impegno concreto delle economie ricche a rivedere il funzionamento e la composizione del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale.

 
Disastro Airbus: Brasile conclude ricerca corpi
Le Forze armate del Brasile hanno reso noto la fine delle ricerche dei corpi delle 228 passeggeri dell’ dell'Airbus dell'Air France precipitato nell'Oceano Atlantico lo scorso 31 maggio. La decisione è stata presa dopo 26 giorni di ricerche. Dalle acque tra le coste brasiliane e dell'Africa sono stati trovati 51 corpi, di cui 14 sono stati identificati. Oltre 600 tra oggetti e parti dell’aereo recuperati.

Honduras
In Honduras, è crisi politica e istituzionale dopo la decisione del presidente di far votare domani un referendum per la modifica della Costituzione ritenuto illegale. Ferma l’opposizione del parlamento, della Corte suprema di giustizia, della Corte dei conti, e di una parte importante dell'opinione pubblica, che sino a ieri ha continuato a marciare contro in segno di protesta. Il servizio di Luis Badilla:

Manuel Zelaya, presidente dell'Honduras, è intenzionato a far votare domani la popolazione con l'intenzione di strappare un "sì" alla sua proposta per indire un'Assemblea costituente che rediga una nuova Carta costituzionale. La stessa Chiesa cattolica al riguardo ha espresso nelle ultime settimane le sue perplessità su quest'iniziativa che appare del tutto unilaterale e forzata. Il presidente, che ha destituito alcuni alti ufficiali delle Forze armate, ieri, in persona, ha preso parte ad una sorta di blitz per strappare da una caserma le urne e il materiale per la votazione di domenica. D'altra parte, ha denunciato un tentativo di golpe ringraziando l'Organizzazione degli Stati america (Osa) che lo avrebbe sostenuto in questo momento così difficile nel quale, ha precisato, "sono in pericolo le istituzione democratiche". Le Forze armate sono in stato di allerta e controllano gli ingressi e uscite della capitale, Tegucigalpa, ove ieri almeno 10 mila persone hanno nuovamente marciato contro l'iniziativa che temono possa essere un colpo di mano per redigere una Costituzione a "misura personale". Il generale, Romeo Vásquez, capo dello Stato maggiore, destituito mercoledì dal presidente, ha ribadito che le Forze armate ritengono che si tratta di "una proposta illegale". Intanto, i partiti politici continuano ad accusare il governante di voler una nuova Costituzione per farsi rileggere, cosa che per lui sarebbe impossibile seguendo i meccanismi attualmente vigente. Intanto, l'Assemblea nazionale ha ribadito di voler sottoporre ad indagine lo "stato di salute mentale del presidente". Mentre il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, dichiara che non saranno inviati osservatori dell'organismo, invitando il governante a "rispettare la legge", le nazioni membri dell'Alba - l'Alleanza bolivariana del popoli della nostra America fondata dal presidente Hugo Chàvez - hanno dato il loro appoggio al Presidente Zelaya. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 178

 
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.