2009-06-26 15:26:09

Il vertice di Trieste chiede la fine delle violenze in Iran


L’Iran è ancora in primo piano anche nella seconda giornata del vertice G8 dei ministri degli Esteri in corso a Trieste. Nella dichiarazione comune dei capi delle diplomazie delle otto economie più importanti del mondo, viene rivolto un “forte invito” alle autorità di Teheran a cercare soluzioni pacifiche alla crisi in atto. Mano tesa poi per riaprire il dialogo sul programma nucleare. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Il tema principale in agenda dell’odierna giornata del vertice di Triste è la stabilizzazione dell’Afghanistan e del Pakistan, ma la mattinata ha visto di nuovo un intenso confronto sulle vicende postelettorali in Iran. In una dichiarazione congiunta i ministri degli Esteri del G8 hanno chiesto che ''le violenze cessino immediatamente'', esprimendo grande preoccupazione e una ferma condanna per le vittime di questi giorni, senza però entrare nel merito del risultato del voto. Il canale diplomatico resta tuttavia aperto per la soluzione del programma nucleare di Teheran, ma gli otto grandi assicurano che nei prossimi mesi verificheranno se ''la mano tesa verrà raccolta oppure no''. Non meno importante è poi l’appello lanciato a israeliani e palestinesi per il blocco degli insediamenti in Cisgiordania e la fine delle violenze e del terrorismo, e la condanna, fortemente voluta dal Giappone, dei test nucleari della Corea del Nord. Al momento, su tutti questi dossier si è registrata una posizione comune, sebbene si tema più prudenza da parte di Mosca nei confronti del documento finale che potrebbe essere adottato oggi. Ad ogni modo, nel pomeriggio si entrerà nel vivo dei lavori della seconda giornata, con riunioni allargate ai ministri di Afghanistan e Pakistan, dei Paesi confinanti e di quelli contributori. A margine di questi incontri, si terrà inoltre una riunione del Quartetto per il Medio Oriente (Usa, Ue, Russia e Onu).
 
Iraq: nuovo attentato a Baghdad
Continuano gli attacchi kamikaze in Iraq, dopo i quattro ordigni esplosi ieri, stamattina almeno venti persone sono rimaste uccise e altri 45 sono i feriti in un attentato dinamitardo in un mercato del centro di Baghdad. Lo hanno reso noto fonti dei Ministeri dell'interno e della Difesa. La bomba, piazzata su una moto, è esplosa intorno alle 9 nell’affollatissimo mercato di Nahda, aperto solo il venerdì, giorno di riposo per i musulmani. Tra le vittime, molti giovani.

Medio Oriente
Il capo dell'ufficio politico di Hamas, Khaled Meshaal, ha auspicato l'avvio di dialogo "diretto e senza precondizioni" con gli Stati Uniti. La decisione è stata presa dopo il discorso di Barak Obama al Cairo, del 4 giugno scorso, nel quale il presidente americano aveva riconosciuto che Hamas - considerato da sempre un'organizzazione terroristica da Washington - ha l'appoggio di gran parte dei palestinesi e per questo può avere un ruolo nella realizzazione delle loro aspirazioni. Intanto, nell’ambito del processo di pace inter-palestinese si registra la liberazione, da parte del presidente dell’Anp, Abu Mazen, di 40 attivisti di Hamas reclusi in Cisgiordania. Dietro agli sforzi di riconciliazione fra le due maggiori forze politiche palestinesi vi è in particolare l'Egitto, che vorrebbe raggiungere un accordo entro la prima settimana di luglio.
PakistanNon si fermano le violenze in Afghanistan. Militanti talebani hanno fatto esplodere oggi una bomba in una scuola femminile alla periferia di Peshawar, nel villaggio di Mattni. Nessuna vittima in quanto la scuola era chiusa per le vacanze estive, ma l'edificio è stato gravemente danneggiato. È il quarto attacco contro una scuola in una settimana. Tutti gli attentati sono stati attribuiti a militanti islamici talebani che vogliono imporre la sharia.

Italia: decreto anticrisi
Aumento degli assegni dei contratti di solidarietà, formazione dei cassaintegrati, detassazione degli utili reinvestiti e riduzione del costo dell’energia per famiglie e imprese. Sono le principali misure contenute del decreto anticrisi, che oggi ha avuto il via libera dal Consiglio dei ministri del governo italiano. La manovra estiva nel complesso dovrebbe assicurare una liquidità intorno ai 5-6 miliardi di euro.

Nigeria
Una serie di attentati contro le strutture dell’industria petrolifera sono stati compiuti negli ultimi giorni in Nigeria dai ribelli del Mend, il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger. L’ultimo è avvenuto questa mattina contro un oleodotto della Dutch Shell, nonostante ieri il presidente nigeriano, Yar’Adua, abbia offerto un’amnistia ai ribelli che deporranno le armi. Roberta Rizzo ha chiesto a Raffaello Zordan, esperto di Africa per la rivista dei Comboniani "Nigrizia", quali siano gli obiettivi del Mend:RealAudioMP3

R. - Questo movimento ha come obiettivo principale quello di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica africana, ma soprattutto internazionale, sul fatto che la Nigeria essendo un Paese piuttosto ricco di petrolio ha dato in concessione a molte imprese internazionali - la Shell è una di queste - la possibilità di prelevare petrolio. Tutto ciò avviene senza che ci sia una ricaduta positiva sulle popolazioni, che vedono i loro territori devastati dai campi petroliferi, con danni ambientali, inquinamento, eccetera, senza che ci sia né un recupero ambientale né una ricaduta positiva in termini di ridistribuzione dei redditi petroliferi. Sappiamo che la Nigeria è uno Stato federale: nel Delta del Niger ci sono alcuni “staterelli” che ovviamente devono spartirsi, anche loro, i pezzettini di questa torta. Tutto questo ha a che fare con il governo centrale, che ad oggi non sta rispondendo positivamente alle richieste non solo del Mend ma neanche di altri movimenti che si sono ritrovati a rivendicare le stese cose.
 
D. - Questa serie di attentati avviene immediatamente dopo la visita del presidente russo al presidente nigeriano…
 
R. - Certamente, è la seconda visita di un presidente russo in Nigeria. Prima c’era stato Putin, tre anni fa. Però, sappiamo che la Russia ha la necessità di riaprire una serie di canali politici e commerciali con vari Stati africani. E’ chiaro che il Mend ha scelto di attuare questi attentati in questo momento.
 
D. - Il Mend chiede anche l’indipendenza della regione del Delta del Niger?
 
D. - Se c’è una richiesta di questo genere tra le loro richieste non è sicuramente quella prioritaria e, comunque, non mi pare che nello schema di come è disposta oggi la Nigeria ci sia spazio per operazioni di questo genere.
 
Zimbabwe
Il presidente del parlamento dello Zimbabwe, Lovemore Moyo, ha aperto i lavori della commissione incaricata di riscrivere la Costituzione. La commissione è composta da 25 membri eletti dal parlamento tra le file del partito del presidente, Robert Mugabe, e in quello del primo ministro, Morgan Tsvangirai, le due formazioni che hanno formato il governo di unità nazionale. Prosegue, intanto, la lotta alla grave crisi economica che attanaglia il Paese. Il presidente Mugabe ha detto che potrebbe decidere di rimettere in uso la valuta locale poiché il dollaro, introdotto per fermare l’iperinflazione, non è disponibile alla maggioranza della popolazione. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)  
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 177
 
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